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Il sistema calcio italiano è a rischio default. Se non si tornerà a giocare, le perdite stimate si aggireranno intorno ai 700 milioni di euro. Per questo, Lega e Figc chiederanno al governo non aiuti in denaro, ma una revisione di una serie di regolamenti che genererebbero introiti per tutto l’indotto: diritti tv, pubblicità di betting, semplificazione della burocrazia delle infrastrutture sono tra i tanti temi sul tavolo. Come quello del taglio degli stipendi dei giocatori, sul quale però non c’è ancora chiarezza e se ne parlerà più avanti. Per quanto concerne ‘la palla che torna a rotolare’, l’argomento di discussione è totalmente cambiato: non si parla più di una ipotetica data di ripresa, ma si discute se tornare o meno a giocare.

LA POSIZIONE DI AGNELLI – Nelle sempre più frequenti videoconferenze di Lega, si stanno creando diverse posizioni: come riporta il Corriere della Sera, c’è chi vuole riprendere (Lazio e Napoli su tutte), chi vuole congelare la classifica (Milan, Inter, Sampdoria, Genoa, Brescia) e chi ha posizioni più moderate. Non sono mancati degli scontri accesi sul tema, come quello tra Agnelli e Lotito. Ecco, il presidente della Juventus, sostenitore dello stop definitivo del campionato, ora si è ammorbidito sulla sua linea, anche in virtù del suo ruolo ricoperto nell’Eca, a stretto contatto con la Ufea. Sarebbe difficile pensare di schierarsi contro la ripresa della Serie A se l’organo internazionale vuole concludere le coppe a luglio. Oggi – come si legge sul quotidiano – è in agenda un incontro tra le leghe europee su calendari, date del mercato e come si dovranno disputare le gare, se a porte aperte o chiuse. Tante le ipotesi da mettere al vaglio, ma la sensazione è sempre la stessa, è il coronavirus ad avere le redini del gioco.