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Il dibattito (se così si può chiamare ) tra i sostenitori del “riapriamo il campionato subito” o non “riapriamolo più” s’è improvvisamente interrotto. Meglio così. Ha prevalso la posizione di quelli come Andrea Agnelli e Marotta. Ovvero: vediamo cosa succede, aspettiamo il giudizio dei medici, degli epidemiologici, dei virologi. Forse prevalso è dir troppo: non c’era altro da fare in condizioni rese drammaticamente incerte dall’epidemia. E’ stato giustamente stigmatizzato da molti, e anche da chi scrive, l’interventismo di Lotito che già una decisa di giorni fa voleva riprendere "perché la curva scendeva e il sistema calcio soffriva troppo”. Anche in questo caso, l’ “understatement” del presidente della Juve ha avuto buon gioco: “Se lo dice un virologo come te, possiamo stare tranquilli!” ha detto al presidente della Lazio.

INTERESSI PROPRI O COLLETTIVI? - Opportunamente irrise le considerazioni del portavoce laziale Diaconale, che sfoderava la sua durlindana a destra e a manca, evocando lo “scippo” dello scudetto biancoazzurro per “colpa della prima guerra mondiale” e il solito strapotere “monarchico dei torinesi”, colpevoli di non voler riprendere subito la competizione. Non c’era chi non vedesse, in queste argomentazioni, la sproporzione tra interessi propri e interessi pubblici. Ma, diciamolo, non suona strana l’argomentazione delle “migliaia di morti che non possiamo ignorare”, del “grido di dolore della città”, che impongono l’immediata chiusura del campionato senza scudetto e retrocessione? Non stiamo parlando di Percassi, dell’ Atalanta e dei suoi tifosi (anzi in questo caso, si è lealmente e dolorosamente preso atto della tragedia) ma, ad esempio, di Cellino, presidente del Brescia, che a un tratto, si è rivelato alfiere della pietà e tribuno dell’interesse collettivo, sostenendo che il campionato va terminato qui “per rispetto ai morti”. Anche Preziosi, Presidente del Genoa, un altro di cui non avevamo mai rilevato la passione civile e l’anelito alla solidarietà, chiede la chiusura del campionato per rispetto alle migliaia di persone che soffrono e hanno sofferto. Ecco, non sapremmo chi scegliere tra chi dichiara palesemente i propri interessi sia pure con scarso senso dell’ opportunità e chi, invece, li cela dietro la pietà. Basta guardare la classifica per farsi un’idea di chi siano i sepolcri imbiancati.