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Dopo la disfatta bianconera con l’Inter, Sics ha pubblicato su Facebook un post nel quale si diceva che “solo in 3 occasioni la Juventus ha fatto meno di 30 punti di Indice di Pericolosità”: contro il Barcellona in casa (29), con la Fiorentina (21) e con l’Inter (17). Vado a fare una ricerchina per controllare e salta fuori quello che sospettavo. Lo scrivo da tempo, d’altra parte. In tutte e tre queste sconfitte manca Arthur nella formazione titolare. Capite? No, non è più un’impressione per quanto mi riguarda, è  una certezza: il brasiliano alza incredibilmente il livello della Juve, e malgrado sia ancora sottovalutato e bistrattato dai più, in realtà rimane un pezzo chiave dello scacchiere di Pirlo. La Juve gira meglio con lui in campo, la Juve è diversa, la Juve sa finalmente palleggiare. Ed è proprio quando Pirlo pensa di poterne fare a meno, soprattutto contro le big, che la Juve si normalizza o, peggio, si slega, si sfalda, crolla su se stessa. Un confronto fra derby d’Italia e finale di Supercoppa è allora quello che ci vuole per comprendere bene l’importanza di Arthur, una volta per tutte.