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Neanche Marco Giampaolo ha avuto il coraggio di dirlo. Neanche lui, che è un uomo di sentimenti e che dovrebbe svincolarsi dalla cecità dovuta al tifo e alle antipatie tra cugini. Neanche lui, che il fascino di una grande l'ha subito, annusato, catturato e poi smarrito. E' rimasto al caldo della sua poltrona, seduto sempre in bilico e facendo un passo tutto democristiano: Segre, che di mestiere fa il calciatore del Toro, "ha sbagliato a scattarsi una foto con Paulo Dybala al termine della partita".Qui le parole integrali.

Sia chiaro: non è una questione di Juventus o Torino. Sarebbe tristemente capitato altrove. Sia altrettanto chiaro, poi: a nessuno fa piacere vedere un proprio giocatore, in questo caso con una storia già impostata da volto torinista, sorridere dopo aver perso un derby così atroce. Però c'è un però, che valica i confini della città sabauda e si ferma nel cuore del calcio: è troppo utopistico pensare che una foto valga semplicemente una foto? E che quel benedetto fair play alla fine della partita, imposto e mai corrisposto, debba far parte pure dei commenti e delle opinioni? Quella di Segre è stata un'ingenuità solo con il senno di poi: nell'istante in cui è stata scattata quella foto, erano semplici emozioni. Benzina del calcio. Da un uomo di sentimenti come Giampaolo, aspettarsi una risposta diversa sembrava certezza e non speranza. Peccato.