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E' piuttosto imbarazzante dover immaginare il procuratore Mendes impegnato h24 al telefono con mezzo mondo nel tentativo, al momento vano, di piazzare il pezzo migliore e più costoso della sua collezione. La risposta dei vari interlocutori è sempre la medesima. Articolo troppo caro, non se ne fa nulla. Sicché il destino di Cristiano Ronaldo sembra proprio essere quello di restare per un’altra stagione alla Juventus.

LA SCELTA - Una soluzione che non soddisfa nessuno. Né la società, non lo stesso giocatore e neppure il tecnico Massimiliano Allegri il quale, peraltro, facendo partire a Udine Ronaldo dalla panchina ha voluto dare un segnale ben chiaro su quello che sarà il ruolo del campione portoghese nel corso della stagione appena cominciata.
Una scelta tecnica clamorosa che aveva creato grande trambusto tra i media e che qualcuno aveva inteso interpretare come un ammutinamento di Ronaldo con conseguente rottura dei rapporti tra lui e la Juventus. A fine gara la verità, almeno quella ufficiale, ha stabilito che il temporaneo accantonamento del portoghese era stato concordato preventivamente tra lui e l’allenatore.

IL JOLLY - Una tesi assai plausibile e anche sensata la quale confermerebbe e spiegherebbe una volta per tutte la frase che Allegri disse riferendosi a Ronaldo per definirlo il “valore aggiunto” della sua Juventus. In buona sostanza prende sempre più forma l’idea di una squadra bianconera dove Ronaldo avrebbe il compito di interpretare e di realizzare il ruolo del jolly pigliatutto da mettere sul tavolo strada facendo. Proprio come toccò a Josè Altafini, con la Juve del Trap, uomo vincente degli ultimi venti minuti per un nuovo scudetto. Del resto ieri Ronaldo aveva segnato e la Juve non ha vinto soltanto per una questione di pochi centimetri.