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Se la Juve ha vinto anche questa partita, nella quale l’Atalanta l’ha dominata fino a un quarto d’ora dalla fine e a quel punto meritava di essere avanti di due o tre gol, allora si ha la sensazione che sia davvero imbattibile. Cosa può inventarsi di più e di diverso un avversario per piegare i bianconeri, visto che non basta aggredirli, creare occasioni, impedire loro di fare gioco, spegnere sul nascere ogni azione offensiva?

Benché menomata dalle assenze (soprattutto Ilicic, Zapata e l’acciaccato Muriel, in panchina), l’Atalanta ha soffocato la Juve fin dall’avvio. E’ vero che ai bianconeri mancava Ronaldo, sul quale poi ci concentreremo, ma ha colpito la loro incapacità di imbastire qualsiasi manovra offensiva. Tanto che il rigore concesso ai bergamaschi è sembrato la logica conseguenza dell’evolversi della gara, benché la decisione di Rocchi sia apparsa discutibile: il primo tocco di Khedira, con la gamba, era una giocata o una deviazione? Tutto affidato all’interpretazione dell’arbitro, che ha avuto un curioso atteggiamento: prima ha fatto segno di continuare, poi ha fischiato.

Barrow ha cancellato preventivamente ogni potenziale polemica calciando il rigore sulla traversa, ma la furia dell’Atalanta non si è placata e solo Szczesny è riuscito a tenere la Juve sullo 0-0 fino all’intervallo. Né la situazione è cambiata nella ripresa: Juve all’angolo, come un pugile che incassa pugni e cerca di rimanere in piedi, Atalanta all’assalto. In questa situazione ha brillato soprattutto De Ligt, alla sua migliore partita in bianconero: gli interventi dell’olandese in chiusura sono stati spesso determinanti.

Il gol di Gosens, su assist prezioso di Barrow, ha consegnato all’Atalanta il vantaggio che meritava da tempo, ma nemmeno questo ha dato una scossa alla Juve. A Dybala, invece, sì: da quel momento in poi l’argentino è entrato in partita e alcune sue offensive - anche solitarie - sono state entusiasmanti.

La partita è cambiata improvvisamente a un quarto d’ora dalla fine, quando Higuain - anche grazie a una deviazione - ha trovato il pareggio. In quel momento la Juve è rinata, tanto che ancora Higuain (82’) e infine Dybala (92’) hanno dato al risultato un indirizzo e una dimensione quasi inspiegabili. Nel finale ci sono state contestazioni da parte dell’Atalanta per due episodi. Il primo: il tocco di mano di Cuadrado che ha avviato l’azione del 2-1. Il fallo in effetti pare netto, arbitro e assistente non l’hanno visto, il protocollo Var non consente di tornare così indietro nella revisione dell’azione. Secondo: un altro rigore chiesto dai bergamaschi per mani di Emre Can dopo un tocco con il piede. Qui l’interpretazione di Rocchi lo ha portato a negare il penalty: decisione soggettiva, così come in occasione del rigore concesso nel primo tempo (ma l’intervento non sembrava così diverso).

Due osservazioni sulla Juve. Una riguarda Ronaldo: in questo momento Higuain e Dybala sono in condizione decisamente migliore di Cristiano, la cui assenza - e non sembri un’eresia - non si avverte. L’altra è invece su Sarri: i risultati sono eccezionali, ma in tutta franchezza da lui ci aspettavamo altro. Una Juve diversa, soprattutto: più bella, e di parecchio. Non così allegriana.

@steagresti