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“In futuro non credo che farò l’allenatore, ma nel caso lo diventassi sarei più un motivatore che un tattico. Negli allenamenti farei fare ciò che mi diverte ora da giocatore”. Così Cristiano Ronaldo si è espresso a Dazn negli scorsi giorni, intervistato da Diletta Leotta. Parole che spiegano almeno in parte quale sia la visione del calcio da parte di CR7, un punto di vista di calciatore, ma non di un calciatore qualunque: il punto di vista del più forte di tutti, da anni, insieme a Leo Messi. E che riporta alla mente l'eterno duello che negli anni passati era scivolato via tra filosofie diverse nel calcio, prima si parlava di “risultatisti” contro “giochisti”, ammesso che esistano realmente. Un tema controverso tornato alla ribalta soprattutto in casa Juve negli ultimi mesi, dopo il passaggio da Max Allegri a Maurizio Sarri. Il Comandante è stato chiamato per dare un'impronta anche più spettacolare alla Juve, dopo anni di successi con sempre troppe critiche con Allegri al timone. Proprio le parole di Max nell'ultimo periodo hanno riacceso la questione: troppi filosofi, le tattiche non servono, i calciatori sono come i cavalli, e così via. Ma Cristiano Ronaldo come la vede?

ALLEGRIANO – C'è da ricordare come CR7 abbia scelto la Juve di Allegri, pur storcendo in alcune situazioni il naso nel vedere la sua squadra troppo rinunciataria. Solo a sprazzi poi è apparso divertirsi davvero con Sarri. Intanto ha detto la sua, se fosse un allenatore sarebbe un motivatore e non un tattico. Gli allenamenti poi sarebbero dedicati a tenere viva la fiammella del divertimento, esercizi mirati e tanti giochi. Più allegriano che sarrista, insomma. O forse una via di mezzo. Più allegriano che sarrista, se fosse un allenatore: ma oggi Ronaldo è un calciatore, non uno qualsiasi, il più forte di tutti. E anche per lui conta solo vincere, perché solo così si diverte. All'insegna del “basta che funzioni”. Con una Champions e un Pallone d'Oro in più, pure Ronaldo potrà diventare molto più sarrista.