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Fa meglio a metà campo, anche se in alcune situazioni può giocare dietro”. Così parlò Allegri dopo Inter-Juventus, a proposito di Emre Can e del suo impiego nella difesa a tre. L’ormai ex tecnico bianconero iniziava a interpretare l’exploit del tedesco contro l’Atletico come un fatto circostanziato, determinato cioè da un contesto tattico particolare e, soprattutto, da un’ atmosfera particolare. Bisognava osare quella sera, serviva una partita d’attacco nella metà campo avversaria, una partita irrazionale, di puro slancio, contro una squadra che molto probabilmente si sarebbe chiusa nel pullman parcheggiato davanti alla propria porta. Ecco le condizioni. Ecco il pragmatismo di Allegri, un allenatore che difficilmente ragiona per assoluti. Emre Can non è un difensore centrale ma può esserlo: è molto diverso, molto semplice. E contro l’Inter in effetti fu un’altra partita, un altro Can, perché l’atteggiamento dei nerazzurri (rispetto a quello dell’Atletico) e quello della Juve (rispetto a se stessa) determinarono un contesto di gioco differente. Dopo un quarto d’ora Allegri lo riportò di nuovo a centrocampo, insoddisfatto per l’andamento della gara. Da allora fino all’ultima partita con la Samp, soltanto un’altra volta si è rivisto il tedesco in difesa. Nell’ultima mezz’ora contro l’Atalanta, addirittura in una difesa a quattro.

Ma con un allenatore nuovo, un atteggiamento diverso, ci chiediamo oggi, Emre Can tornerà utile alla retroguardia bianconera? Sarà una soluzione meno relativa? Insomma, lo vedremo più spesso in quel ruolo?
 
CENTRALE A TRE – Emre Can, nei tre, contro l’Atletico, si è dimostrato validissimo nel difendere in avanti. Nell’accorciare in preventiva e nelle riaggressioni asfissianti. Del resto è tedesco e per di più ha giocato nel Liverpool di Klopp, il maestro indiscusso del calcio heavy metal fondato sul gegenpressing. Contro i Colchoneros Emre Can ha praticamente distrutto Morata, seguendolo fino alla trequarti avversaria (e oltre).
 


Poteva contare infatti sulla copertura di Bonucci, che lo assicurava alle spalle, come assicurava alle spalle l’altro compagno di reparto Chiellini, più aggressivo che mai. 



Ecco, secondo Allegri Emre Can si esalta ed è utile da difensore in questo contesto. Quando la squadra è tutta riversata nella metà campo avversaria, in assedio. ‘Il problema’ era che la Juve di Allegri non sempre voleva (o poteva) giocare così.
 
DIFENDERE NELLA PROPRIA METÀ CAMPO – A volte Allegri decideva di tenere la squadra più ‘bassa’. Altre volte la squadra subiva il palleggio degli avversari, ed era costretta a difendere in quel modo, nella propria metà campo. Come avvenne ad esempio contro l’Inter, per merito del fraseggio corto dei nerazzurri. Ecco un’immagine tratta dal primo quarto d’ora dell’ultimo derby d’Italia. Tenere Emre Can nei tre dietro senza essere aggressivi o senza riuscire nella pressione alta, è un controsenso. E Allegri se ne accorse subito.   



In questo stile difensivo infatti si va meno a caccia dell’uomo, virtù prediletta da Emre Can, per praticare maggiormente una difesa posizionale, più speculativa. In un contesto del genere serve quella esperienza e quel particolare tipo di sensibilità e fisicità che ben incarnano i rappresentanti della ormai sciolta BBC. Ma chiaramente l’arrivo di un allenatore ‘giochista’, come un Sarri o un Guardiola, escluderebbe a priori questa prospettiva attendista, la difesa posizionale intendo. Non tanto e non solo per la difesa a quattro, loro marchio di fabbrica, quanto piuttosto per l’idea di pressing alto connessa al loro tipo di gioco. Lo stesso dicasi per Klopp e Pochettino, che pure hanno schierato e talvolta schierano ancora la difesa a tre (più Pochettino ultimamente).

Dunque Emre Can con ognuno di questi allenatori avrebbe in generale più possibilità di fare il centrale rispetto all’anno di Allegri? Parrebbe di sì, ma la risposta non è così automatica e scontata. All’arrivo di Guardiola al Bayern, Emre Can fece le valigie, Sarri potrebbe usare la sua bravura nel difendere in avanti ‘alla Allan’, da mezzala destra, mentre se guardiamo ora i centrali di Pochettino e Klopp, sono tutti altissimi e imponenti, e difensori puri.
 
CENTRALE A QUATTRO – Nella difesa a quattro, anche allo stato attuale, vale a dire non considerando i possibili colpi di mercato di questa estate, significherebbe sacrificare uno tra Bonucci e Chiellini, cosa che francamente ritengo improbabile. Chiellini è un simbolo intoccabile, un feticcio, Bonucci al di là di certi errori importanti ha mostrato di nuovo tanta qualità in fase di impostazione. Anche contro l’Atalanta, in quell’ultima mezz’ora, era lui, Bonucci, non Emre Can il vero regista difensivo. Dunque a che pro spostare dietro il tedesco? In quel caso specifico Allegri lo utilizzò ancora una volta per reggere più che altro un duello fisico, l’uno contro uno con uno stanco ma pur sempre impegnativo Zapata. E, va notato, per ribadire il concetto, contro un’Atalanta che nella ripresa si era molto abbassata.  
 


Guardate ancora come rincorre Can l’attaccante che va incontro di spalle. Qui però se Zapata fa la giocata giusta (appoggiandosi al compagno o voltandosi dall’altra parte) anziché intestardirsi palla al piede verso il lato debole juventino, per i bianconeri sono dolori. 
 


Vedete il 2 vs 1 ignorato da Duvan dalla parte di Cuadrado? In una difesa a quattro, naturalmente, l’ aggressività da centrocampista del tedesco potrebbe essere pagata a caro prezzo.  



DIFENDERE IN AREA – Ciò detto, non si difende mai in un unico modo nell’arco di una partita. Le abilità che deve possedere un difensore sono tante, e alcune di queste sono molto sottili, quasi impercettibili. Magari un giocatore (tipo Emre Can per Allegri) è molto bravo negli anticipi, nell’uno contro uno lontano dalla propria area, però poi quando si trova all’interno del rettangolo rosso fatica a proteggere la porta, o è eccessivamente irruento e interventista. O ancora, non è così forte di testa, o si posiziona male col corpo rispetto a porta, traiettoria e portiere.
Vi lascio, a proposito, con un ultimo esempio, ancora tratto da Juve-Atalanta.



Sopra vedete l’intercetto di Barrow sul passaggio di Szczesny per Bernardeschi. È l’ultima occasione dell’Atalanta. I centrali Bonucci e Emre Can corrono immediatamente ai ripari, scappando in area, l’uno per tamponare Barrow l’altro in marcatura su Duvan. Sopraggiunge solo De Roon al limite, e Barrow gliela scarica.
 


Al momento del tiro dell’olandese (ne uscirà un bruttissimo tiro), Emre Can si trova al di là del dischetto. Questo sicuramente per evitare che il pallone arrivi a uno dei due atalantini accorrenti sul suo lato (tra cui il suo uomo, Zapata). Ma chiediamoci: è corretta questa posizione per un difensore centrale? Anche se previene un eventuale ultimo passaggio, non consente per questo all’eventuale tiratore (De Roon) di mirare un punto qualsiasi dello specchio? Chiellini o Bonucci avrebbero protetto la porta così? Aprite un ventaglio immaginario, dal pallone ai pali. Emre Can ne resterà fuori. Il che significa fuori da ogni traiettoria potenzialmente letale.