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Esistono situazioni da affrontare con lo spirito suggerito da quella antica canzone della Resistenza la quale annunciava che “pietà l’è morta”. La partita in programma tra la Juventus e il Crotone appartiene indiscutibilmente alla categoria di cose che vanno fatte senza porsi scrupoli di ordine sentimentale. I tre punti frutto della vittoria sono un bottino troppo importante per doversi porre il problema su chi sarà la “vittima” dell’operazione-scudetto. Chiudere la pratica del campionato con una giornata di anticipo e davanti al proprio pubblico al quale verrà portato in dono anche il fresco trofeo della Coppa Italia è l’unico modo per evitare di dover poi affrontare l’ultimo step di Bologna con sottili affanni e cattivi pensieri.

Non sarebbe infatti la prima volta che un grande squadra destinata al tricolore si vede scavalcata da chi ha inseguito proprio sotto lo striscione del traguardo di arrivo. E un fatto del genere va evitato come la peste perché poi fatalmente andrebbe a incidere pesantemente sull’appuntamento di Cardiff. Quindi toccherà al Crotone dover indossare i panni dell’agnello sacrificale a vantaggio della Juventus lanciata verso la realizzazione del triplete. Un sacrificio impossibile da vivere con indifferenza e con distacco emotivo per tutta una serie di ragioni.

La prima, del tutto legata a problematiche di empatia, riguarda un tifoso calabrese, nato nella città di Pitagora che ci ha lasciati più poveri andandosene accidentalmente da giovanissimo a da tanti anni. La sua voce vive ancora in tutte quelle domeniche che la squadra di casa gioca nel suo piccolo stadio. Le note della sua canzone più bella “Ma il cielo è sempre più blu” rappresentano l’inno ufficiale del Crotone e, francamente, saremo un po’ tristi per il fatto di non poterla più ascoltare il prossimo anno.

Rino Gaetano, oltre a essere un artista geniale e al’avanguardia come pochi,  era anche il primo tifoso di una squadra che con grande sorpresa, fatica e coraggio è riuscita sedersi al tavolo delle grandi anche se soltanto per una stagione. Lui non ha avuto la possibilità di vederla, ma il suo nome e le sue opere musicali hanno fatto da cassa di risonanza per il piccolo-grande miracolo del calcio italiano. Ebbene, ci sentiamo di dover chiedere scusa a Rino Gaetano per quel che, ragionevolmente, accadrà allo “Stadium” sul quale il cielo “sarà sempre più bianconero”.

Altri piccoli, ma importanti, motivi impongono moralmente di concedere l’onore delle armi al Crotone nel giorno del prevedibile scudetto juventino e della sua fatale retrocessione. La Calabria è terra indiscutibilmente bianconera per antica e consolidata tradizione. Il tecnico della squadra Nicola, per competenza e bravura, rappresenta una fra i più probabili candidati ad una carriera da allenatore luminosa. La gente di Crotone vive di calcio in maniera sana e pacifica con l’atteggiamento positivo dello sportivo autentico. La costa e il suo mare sono un incanto al pari di un’ospitalità eccezionale per il forestiero.

Infine il Crotone ha dimostrato con i fatti di aver meritato quel piccolo miracolo che, per il momento, è durato appena per una sola stagione. La risposta più bella e più autorevole vaneggiamenti del presidente Lotito quando affermava che con squadre come il Crotone, il Carpi e il Frosinone il campionato italiano avrebbe perso molto del suo fascino e della sua eccellenza. Ebbene, l’augurio è che il Crotone dopo il fatale sacrificio sull’altare dello scudetto bianconero possa tornare al più presto tra le grandi del pallone. Con tante scuse.