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Duro commento de La Gazzetta dello Sport sull'idea di Gravina di chiudere il campionato facendo decidere la classifica ad un algoritmo nel caso in cui non sia più possibile giocare per motivi sanitari: "Il calcio non è una scienza esatta - scrive Andrea Di Caro -, vive di imprevedibilità che ne decretano la bellezza e a volte la tragicità. Cosa avrebbe previsto l'algoritmo nel 1986 per Roma-Lecce, presunta passeggiata che costò uno scudetto? E per Perugia-Juventus del 2000? O Lazio-Inter del 5 maggio 2002? O a fine primo tempo di Milan-Liverpool 3-0, finale di Champions? Più facile incontrare una big senza pretese o una piccola che deve salvarsi? Se l'algoritmo pare una follia, di cattivo gusto invece il commento sulla ripartenza presentata come una vittoria ottenuta in un sistema in cui convivono «mecenatismo e cialtronismo, i filosofi dell'ovvio, i fautori del piano B, gli anfitrioni dell'emergenza, i musici del tutto non si può fare». Il presidente della Figc dovrebbe avere maggiore rispetto, pur non condividendone le idee, di chi ha predicato cautela davanti all’emergenza, che non è stata inventata da anfitrioni, ma ha causato 30 mila morti".