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Il paradosso è questo: la Juve è in testa alla classifica con sei punti di vantaggio sulla seconda in classifica, al momento della ripartenza il distacco era di un solo punto. Eppure Maurizio Sarri, che pure non è mai (o ancora) riuscito a mettere d'accordo tutti, è molto più in discussione di prima. Non solo sui social o tra tifosi. Così impazzano le voci di eventuali sostituti, anche se la situazione attuale vede il tecnico bianconero proiettato verso la riconferma anche se lo scudetto da solo non basterà, servirà anche un finale di stagione convincente in Champions. E una delle voci più ricorrenti, forse perché suggestiva, porta dritta ad Andrea Pirlo.

LA VERITA' – Anche perché proprio nelle scorse ore la Juve ha ufficializzato l'addio da Fabio Pecchia, ultimo passaggio prima dell'annuncio di Pirlo come allenatore della Juventus Under 23. Un investimento questo sotto ogni punto di vista, segnale di come la società voglia far decollare definitivamente il progetto della seconda squadra, ma anche accompagnare Pirlo nei primi passi da allenatore per poterlo un domani proporre in prima squadra. Un domani, non ancora oggi però. Ci sono tanti fantasmi che aleggiano sulla panchina di Sarri, ma quello di Pirlo non sembra ancora essere sufficientemente spaventoso da far paura al tecnico bianconero, almeno non prima di una prova generale. Ricapitolando. La Juve crede in Pirlo? Sì. La Juve lo immagina come allenatore del futuro? Sì. La Juve lo ritiene già pronto? No. Poi il calcio è imprevedibile e cambia di continuo...

I FANTASMI – Però i fantasmi ci sono. Anche se a cinque giornate dal termine stai vincendo un campionato con sei punti di vantaggio. Intanto dall'Inghilterra giungono conferme sull'ipotesi Mauricio Pochettino, insieme a Max Allegri il vero disoccupato di lusso in questo momento. Fino a quando non si concluderà la stagione ecco che l'effetto domino delle panchine non potrà ancora cominciare, così proprio da chi è a spasso bisogna passare. E Pochettino già un anno fa a lungo è stato qualcosa di più di una semplice alternativa suggestiva a Sarri per il dopo Allegri: poi un po' per il Tottenham finalista di Champions, un po' per i costi, un po' per un'idea di calcio che avrebbe generato un cambiamento più limitato, alla fine non se n'è fatto nulla. Che possano esserci rimpianti o meno, lo dirà alla fine solo la bacheca. Intanto il suo nome torna a circolare negli ambienti che contano. Mentre Sarri si gioca tutto in un mese, ma si sa che da quei salotti è sempre stato alla larga.