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Turnover, questo sconosciuto. Sì, fino a ieri. Perché da quando è arrivato alla Juventus Maurizio Sarri ci sta prendendo gusto con le rotazioni: ballottaggi e nodi da sciogliere fino all'ultimo momento, qualche big che riposa prima della Champions e addirittura anche cambi di modulo da una partita all'altra passando dal trequartista al tridente. Con il nuovo Sarri anche il portiere è stato "vittima" del turnover. Non c'è nessun giocatore ad averle giocate tutte, quello con più presenze è Leonardo Bonucci: 24 su 25, è rimasto in panchina solo nella trasferta Champions di Leverkusen.

LE SFIDE - Insomma, Sarri ha cambiato mentalità. E nella conferenza di oggi è stato lo stesso allenatore ad ammetterlo: "Per anni non cambiavo mai". Sincero Maurizio. Onesto. Gestendo bene le rotazioni sta tirando fuori il massimo da ogni giocatore, dalla difesa all'attacco. Vicino a Bonucci ha iniziato con De Ligt e ora sta dando fiducia a Demiral sacrificando il suo (ormai ex) pupillo Rugani, sulla trequarti quando Ramsey sta bene è spesso in ballottaggio con Bernardeschi e davanti - senza tridente - è un continuo testa a testa tra Higuain e Dybala per affiancare Ronaldo. Sarri cambia, la Juve vince e Agnelli ringrazia. L'allenatore scopre un alleato in più nella corsa per lo scudetto.