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Non c'è contratto (triennale) che tenga. L'unica vera legge che comanda in casa Juve è quella dei risultati. A volte nemmeno bastano, perché quando il momento di cambiare arriva c'è poco da fare, chiedere a Max Allegri per informazioni. E ora viene il bello, o il difficile se si preferisce. Non che fin qui si sia scherzato, ma per Maurizio Sarri i veri esami iniziano ora, che lo aspettano tutti al varco. Sono bastate delle sconfitte unite a prestazioni deludenti, magari preoccupanti, per farlo finire sulla graticola. “Alla Juve siamo sempre tutti in discussione”, diceva anche Fabio Paratici negli scorsi giorni: è vero, è così, da sempre e per sempre. La Juve potrà giocare bene o male, ma se a fine stagione il contatore di scudetti e Champions League non dovesse scattare, allora ricomincerà a scattare quello dell'elenco degli allenatori sulla panchina bianconera. 

LA LEGGE – Non è nemmeno necessario dirsele certe cose probabilmente. Ma quando vengono dette possono comunque lasciare un segno. E senza troppi giri di parole, anche nelle dichiarazioni di Gigi Buffon a “Le Iene” viene fuori come questa legge sia l'unica a decidere il destino di Sarri in futuro. La prossima stagione potrà esserci Guardiola? “Spero resti Sarri, vorrà dire che avremo vinto qualcosa”: Buffon sa come funziona, non è ovviamente lui a decidere. Se la Juve dovesse vincere scudetto e/o Champions, sarà ancora Sarri l'allenatore nella prossima stagione, altrimenti no. Un ultimatum più o meno tacito che conosce chiunque accetti un incarico del genere fin dal momento della firma, tutto il resto è contorno. Se vinci sei da Juve, se non vinci no. È semplice. Ed è per questo che è sempre più difficile.