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Ronaldo è un campione, un fuoriclasse assoluto: lo ha sempre raccontato il campo, da tre lustri. Ed è anche una pazzesca macchina da soldi, come dimostrano i numeri (economici) che lo accompagnano: guadagna 31 milioni netti l’anno, che al lordo fanno 60; è costato 100 milioni più commissioni, quindi impegna la Juve con un ammortamento di 25 milioni a stagione; produce un’enorme ricchezza diretta e indiretta per il club bianconero, il quale grazie a lui aumenta i ricavi (di ogni genere), la fama, i follower.

Il problema nasce quando Ronaldo gioca male non una partita, ma una serie di incontri: allora, considerata la qualità delle alternative della Juve, dovrebbe rimanere fuori o, comunque, deve essere giustamente sostituito. Ma può essere trattato alla stregua di un “campione normale” uno che muove un simile fiume di denaro? Alla squadra conviene che giochino Dybala e Higuain, però qual è l’interesse globale del club? Fino a che punto Sarri è autonomo e indipendente nelle sue decisioni tecniche, se una di queste - l’esclusione di CR7 appunto - rischia di pesare tantissimo sugli introiti della sua società?

La questione è di importanza campale per il futuro immediato della Juve, che attorno a questa vicenda rischia di attorcigliarsi e implodere. Il problema non esiste finché Ronaldo è il migliore, o uno dei migliori. Ma quando diventa - come dicevamo - un “campione normale” sul piano tecnico, meno decisivo di Higuain e Dybala, può stare fuori come tutti gli altri oppure no? Prima o poi, del resto, capiterà anche a lui di non essere più un numero uno al mondo, e probabilmente un calo di rendimento dovuto all’età già lo vediamo. Come gestirà la Juve un fenomeno non più tale, ma comunque capace di produrre una montagna di denaro?

@steagresti