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Umorale, viscerale, ma anche empatico. Maurizio Sarri non è un uomo da copertina, perché patinato in prima pagina, non riuscirebbe a mettere in mostra tutte le sue contraddizioni. Di un leader, certo, ma anche di una persona che si fa guidare dalla passione anche oltre i limiti, se necessario. Il classico esempio di chi o si ama o si odia, di chi si seguirebbe anche in capo al mondo o di chi, al contrario, non vorresti vedere nemmeno per un caffè. Ci ha messo del tempo, Sarri, ad entrare in sintonia con la Juventus. Un ambiente completamente nuovo, che non offre copertine, ma non è nemmeno il chiosco di un bar: la Juve non è il Real Madrid, una Hollywood del calcio che si mette costantemente in mostra. Ma nemmeno il Psg, che per quanto provi a far rumore sul mercato, fatica a scrivere una storia vincente. Insomma, il binomio con Sarri ha faticato in questi mesi a funzionare, ma ieri sera, dopo la partita contro la Spal, qualcosa sembra essere scattato. 

E come spesso accade quando "scatta", ci deve essere una miccia accesa, prima di ogni esplosione. Quella di ieri sera, indubbiamente, è stato l'episodio del calcio di rigore, per il fallo di Rugani su Missiroli. Non tanto per quello che ha generato, qualche polemica ed un gol che, probabilmente, la Juventus avrebbe preferito non prendere, ma per l'interpretazione che ne ha dato lo stesso tecnico bianconero. "​Se succedeva a parti invertite veniva giù il mondo" ha detto Sarri, parlando dell'episodio del Var non funzionante che ha, comunque, deciso al posto dell'arbitro. Sarri si è schierato, non che avesse necessariamente bisogno di farlo, ma l'ha fatto. Ha preso una posizione netta, che va anche oltre quel "noi" che si dice quando si parla della propria squadra. 

In questo breve passaggio, Sarri prende la stessa posizione che - nella retorica dei "servi e padroni" che è circolata nei giorni del suo arrivo in estate - avrebbe sempre dovuto combattere. Sciocco chi ha creduto che ci fosse qualcosa di più che semplice calcio, ma sciocco anche chi ha etichettato Sarri per "troppo lontano dal mondo Juve". Questa distanza, infatti, si sta assottigliando sempre di più, con l'andare avanti della stagione, anche l'allenatore ex Napoli sente di essere parte di un qualcosa che non è più una semplice scelta professionale. Serve il miglior Sarri possibile alla Juventus, non solo la mente che si è impegnata a costruire il gioco che lo ha reso famoso, ma anche il "comandante" che va davanti alle telecamere, che a colpi di battute e di slogan, riesca a conquistare anche il cuore di ghiaccio dei tifosi più scettici. Non lo chiede per sé, ma per la Juve.