commenta
Sì, la Juve l'avrebbe persa anche con Dybala, per quanto inutili siano certi discorsi tra 'se', 'ma', 'però' e 'chissà'. Milano è stato un vortice rossonero e i ragazzi di Sarri si sono lasciati travolgere, inermi e senza più la forza di combattere contro un tifone importante, ma non così devastante come le cronache hanno fatto apparire. Semplicemente, hanno mollato. Mentalmente e fisicamente. Un discorso comprensibile per quanto grave, che in un campionato in cui protagonisti principali si sono fatti caldo e calendario si incastra perfettamente nel cassetto dei 'ci può stare'. A patto, ecco, che nessuno lo sottovaluti.

L'ANALISI - Sarri dialetticamente ha sbagliato tutto ciò che poteva sbagliare. Dopo il Milan aveva chiosato con un sincero menefreghismo sui motivi, ignorando totalmente che anche questo farebbe parte del suo lavoro. In conferenza, ecco l'occasione di redenzione: ma no, proprio nulla. L'allenatore guarda avanti e non indietro, che con la frenesia delle giornate che passano è un atteggiamento concreto, e allo stesso modo va inteso pure il nervosismo sulla Champions League. Eppure, una parola andava detta, un pensiero poteva essere speso. Anche solo per mostrarsi uomo forte al comando, con il polso della squadra ben saldo in mezzo al cumulo di idee. Così facendo, Sarri non solo si è nuovamente delegittimato: ha pure dato un volto fragile ai suoi ragazzi, dando in pasto alle future analisi l'esclusiva possibilità che questa Juve non sia come le altre. Che sia battibile. Che sette punti in sette partite, in fondo, si possono perdere e sperperare. Non bastava poi chissà quale discorso filosofico: bastava raccontare, oltre i numeri, dell'umanità di questi ragazzi. Spremuti dalla fatica e pure dalle pressioni. Può capitare: nessuno crede che la Juventus sia composta da supereroi. Ancor meno quest'anno.