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C’è un’affannosa e anche esagerata ricerca della Juve di Sarri. Tutte le volte che i bianconeri vanno oltre il terzo passaggio consecutivo, telecronisti e commentatori a reti unificate annunciano che sì, questa è finalmente la squadra di Maurizio, che si vede la sua mano, che è tutto diverso e più bello. Come se, con Allegri, i bianconeri non fossero capaci di mettere assieme un possesso palla superiore ai due secondi e dieci centesimi.

A noi sembra, in realtà, che Sarri non abbia affatto cambiato la Juve, la quale è identica a se stessa: fortissima, cinica, vincente (quasi sempre), poco spettacolare. E’, insomma, ciò che le impongono di essere i suoi calciatori, che sono assolutamente straordinari ma non hanno le caratteristiche - ad esempio - di quelli del meraviglioso Napoli di Sarri. Non a caso è decisamente più piacevole il gioco sviluppato dagli azzurri anche con Ancelotti rispetto a quanto mostra questa Juve.

Sarri non ha cambiato la Juve, la Juve ha invece cambiato Sarri. Il quale, ad esempio, a Brescia ha giocato con un modulo differente per l’assenza di Ronaldo: è passato dal 4-3-3 al 4-3-1-2 e ha dichiarato che è una soluzione destinata a essere utile. Una duttilità molto allegriana e molto poco sarriana, perché l’attuale allenatore della Juve - benché lui dica il contrario - è un integralista assoluto, che non cambia(va) mai schema e quasi mai giocatori.

Questo Sarri, più che a se stesso, somiglia ad Allegri. E non è detto che sia negativo, considerate le vittorie che quest’ultimo ha conquistato con la Juve. Ora non resta che vedere i bianconeri, in qualche  partita, con la difesa a tre. A quel punto ne saremmo certi: Maurizio è diventato Max.

@steagresti