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Maurizio Sarri, a Sportitalia, ha parlato della sua avventura alla Lazio e non solo. Ecco le sue parole. 

332 GIORNI DOPO - "Cos'ho fatto? Niente di particolare. Quello che non ho fatto per tanti anni. Sono stato in famiglia, ho letto tantissimo, ho visto tante partite. E poi ho fatto una delle cose che mi piace di più: tante corse ciclistiche. Vengo da una famiglia di ciclisti, mio nonno l'ha fatto, mio padre è stato professionista. Passione di famiglia. 4-3-3 nel ciclismo? Lo sai che è una cosa che mi piacerebbe tantissimo. Alle volte chiamo Cassani per farmi spiegare le corse nei dettagli". 

CALCIO VISTO - "Tanto, non tantissimo. Sinceramente è stato un anno particolare, non mi è pesato molto stare fuori. Stadi vuoti, grande tristezza, sinceramente la situazione non mi faceva voglia di tornare presto".

SCUDETTO SOTTOVALUTATO - "Troppo sottovalutato? Era dato per scontato all'esterno e purtroppo scontato un po' anche all'interno. Abbiamo vinto uno scudetto senza festeggiarlo, siamo andati ognuno a cena per conto suo. Era dato per scontato, probabilmente l'anno giusto per andare alla Juve sarebbe questo. Dopo un quarto posto, ho visto che hanno festeggiato per il quarto posto, si ricreano le condizioni per dare il massimo. Poco festeggiato? Sì, dopo tanti anni di vittorie può succedere che l'ambiente dia tutto per scontato. La vittoria nello sport non lo è mai, per vincere bisogna fare molto bene e a volte non basta". 

ANNO SABBATICO - "Nessun treno in corsa? Un po' perché fatico a salirci, un po' perché quest'anno non c'erano le condizioni. Il calcio con gli stadi vuoti era difficile per rientrare con qualità e caratteristiche giuste. Non mi ha pesato molto stare fuori. Chiaro, ora che si ricomincia a vedere gli spettatori, la voglia inizia a tornare". 

RITORNO A NAPOLI - "Non l'ho presa in considerazione? Non avevo la certezza di poter essere utile in corsa, perché non c'erano tanti presupposti. Tutte le società che mi hanno cercato, ho detto a tutti la stessa cosa, che avevo preso la decisione per la stagione, a luglio invece sarei stato disponibile. Conferme a gennaio sul Napoli? Cosa vera. Non una trattativa vera e propria, semplice informazione sulla disponibilità".

SOSTITUZIONE RONALDO - "La gestione di Ronaldo non è semplice, chiaramente. Ma Ronaldo è una multinazionale che quindi ha anche interessi personali che bisogna fargli abbinare con la squadra. Situazione sicuramente difficile da gestire. Sinceramente mi ritengo molto più bravo a fare l'allenatore e non il gestore. Non mi piace, m'annoia, mi diverto di più in campo. Gestione difficile, ma ci sono anche aspetti positivi. A fine anno, i risultati li porta. Sotto tutti i punti di vista è difficile, quando arriva a questi livelli rappresenta anche qualcosa oltre la società e la squadra. Ha più di 200 milioni di seguaci sui social, è qualcosa che va oltre la normalità. E' il prodotto della nostra società. Sento molto parlare dei singoli giocatori e poco delle squadre. Ma le squadre vanno in campo. Il valore di una squadra non corrisponde al valore dei singoli. E' inferiore nettamente o nettamente superiore". 

JORGINHO - "Pallone d'Oro? Se vince l'Europeo, è chiaro. E' raffinato, non capibile da tutti. Gli devi mettere gli occhi addosso e guardare solo lui durante la partita. Talmente intelligente e bravo nella partita, fa sembrare tutto facile. Raramente ti resta qualcosa negli occhi della sua partita. Ma la grandezza è fare sembrare tutto facile, giocare a un tocco. Al Chelsea? Quando è iniziata la trattativa con il Chelsea, stava per firmare con il City. Grazie alla mediazione con l'intermediario l'abbiamo portato al Chelsea. All'inizio hanno fatto fatica a capirlo, poi è esploso anche in Inghilterra. Ora è seguitissimo, spesso è il capitano del Chelsea. Contentissimo di ciò che sta facendo, se lo merita". 

DYBALA - "Come si recupera? Non sia difficile recuperare uno come Dybala, è un fuoriclasse. Tornare a lavorare insieme? Sì, questo l'ha detto, sì. Anno pieno di infortuni, non ha mai avuto la possibilità di andare al 100%. Ma con queste qualità è un recupero semplice. Credo sia arrivato il momento in cui o ci punta o lo cede". 

DE ZERBI - "Nuovo Sarri? Mi piace De Zerbi, così giovane che scelga un'esperienza all'estero e non ci sia una squadra italiana mi lascia pensare. Ha fatto bene ad andare in Ucraina, gli dà risalto internazionale. Mi dispiace non vederlo nel nostro campionato. De Zerbi però aveva già dimostrato di poter essere messo sotto contratto da una big".

LITIGIO CON NEDVED - "No, no questo non è assolutamente vero. C'erano delle discussioni ma normali discussioni post partita. A me non è piaciuto che la squadra dopo aver vinto il campionato ha un po' mollato. A me quest'atteggiamento non piace assolutamente. Staccare e riattaccare la spina sembra semplice ma non è così. La squadra doveva tirare e sparare al massimo fino alla fine per poi essere pronti per la Champions. Avevamo giocato tante partite in 50 giorni, ma quello staccare la spina era un errore e l'ho sottolineato a tutti, dirigenti e giocatori, tutti". 

IL RITORNO DEI BIG - "Contro Mourinho? E' lo stesso discorso fatto prima. E' roba giornalistica. Giocheranno Roma-Lazio. Né io potrò segnare, né lui potrà salvare un gol. Sono le squadre che contano e contano più dei giocatori, degli allenatori. Sarebbe importante fare un grande lavoro, vedere la squadra che fa un gioco che ti piace. Se un allenatore si diverte, lo trasmette. Dopo un po' si divertono anche i giocatori. Quando gli allenatori e i giocatori si divertono, poi lo avverte anche il pubblico. Con i luoghi comuni con giocare male e vincere, per me questo è: un luogo comune. Divertito alla Juve o al Chelsea? Mi sono divertito a Napoli, gli ultimi mesi al Chelsea". 

SCUDETTO IN ALBERGO - "Resto dell'idea. Ma tutti quelli che hanno fatto sport sanno quello a cui mi riferivo. Tutti possono costruirci sfottò o qualsiasi cosa. C'era uno spiraglio aperto e se l'è visto chiudere in due minuti. Chi ha vissuto in quell'albergo, sa a cosa mi riferisco. C'era stato un contraccolpo, ho visto i giocatori piangere. Come se fosse finito il sogno su quegli episodi che abbiamo visto".

IL TRIDENTE A NAPOLI - "Higuain? Particolare. Quando s'accende è un fenomeno, ma ci sono momenti in cui è difficile farlo accendere. Callejon? Rendimento costante, ordinato, ci puoi fare affidamento. Determinante per gli equilibri. Insigne? Mi fa ridere, da qualche anno è il giocatore italiano più forte. Lorenzo, non so come mai, ma se sbaglia 5 minuti in un campionato viene subito messo in discussione. L'altra sera, se qualcuno fa un gol così lo mandano al telegiornale di seguito. Non sempre compreso, a volte sottovalutato, è un giocatore forte. Sono tre ragazzi a cui sono fortemente affezionato, li allenerei di nuovo tutti e 3. Per talento, Insigne. Affidamento, Callejon".

MERTENS - "Spostarlo in avanti? E' stata anche una botta di culo, come si dice a Firenze. Nel senso che una partita Bergamo eravamo in 10, mentre eravamo sopra 2-1. Mentre attaccavano a pieno organico c'erano ampi spazi per ripartire. Via Higuain e dentro Mertens da attaccante. In quell'occasione poteva essere utile. In un quarto d'ora ha preso due rigori, il diavolo a quattro. L'anno in cui si è perso Higuain, con qualche difficoltà per le nostre soluzioni, s'infortuna Milik e si torna a quel tentativo. Ricordo la discussione: a Dries, a cui dicevo di provare, lui mi chiese se fosse in grado di farlo? 'Per me fai 20 gol'. Ne fece 28". 

ROMA - "Vicino alla Roma? Mai parlato direttamente, per i miei agenti siamo stati vicini ma non lo so".

MERCATO JUVE - "Ronaldo l'avrebbe tenuto? Dipende dall'esigenza della società. Se risparmi sugli ingaggi, va fatta una scelta. Per me è meglio rinunciare a un giocatore che per 5-6 giocatori e risparmi lo stesso. Va fatto con Ronaldo se c'è quest'esigenza".

3-5-2 A 4-3-3 - "Qualcosa bisognerà cambiare, non ci sono esterni alti e si cambierà. Ho giocato per anni per il 4-2-3-1, con il trequartista, mi dicono che sono un integralista, ma ho fatto tanti moduli diversi. La difesa a tre non la farò, non riesco. Se il mercato ci porta soluzioni, vediamo. Lazzari? Mi stai facendo parlare troppo di Lazio, mi dispiace, le prime parole da laziale le vorrò fare in presentazione. Quando un giocatore ha la gamba di questo ragazzo, si può adattare a tutto".

PIRLO - "Confusione nella Juve? Non lo so, questo è l'effetto Guardiola che ha fatto tanti danni alla fine. S'è presa un'eccezione come una regola e si corre il rischio con ragazzi che tra 2-3 anni saranno grandi allenatori. Va chiesto ai dirigenti della Juventus, non so perché abbiano preso questa decisione. Si rischia di frenare carriere a ragazzi molto bravi con un pizzico di esperienza in più".

CAMBIATO - "Più l'uomo o l'allenatore? Penso che senza rendercene conto, cambiamo continuamente. Impensabile essere l'allenatore o la persona di Empoli. Molto naturale. Ho esigenze quando alleno, la mia esigenza è di trovare una società che mi faccia fare l'allenatore da campo. Se faccio qualcosa di diverso, mi intristisco, mi innervosisco, vado in frustrazione. Non è qualcosa per cui mi sono dedicato 100% in questo lavoro. Con chi ce l'ho? Con nessuno, sono caratteristiche mie. Può essere un limite. Ho ambienti in cui mi esalto, altri in cui sono in difficoltà". 

ALLENATORI DI ROMA - "Roma batte Milano? Questo non lo so, nella tua domanda c'è una parola che dice tutto: sulla carta. Bisogna dimostrare in carta, avere il nome e successi del passato non è che sono garanzia di bel gioco o successo in futuro. Obiettivo: avere una squadra che ha come scopo quello di lavorare duramente in settimana per divertirsi la domenica. La squadra così diverta e nell'ambiente è più facile vincere. Giocando male è più facile vincere? Non lo capisco".

VOGLIA DI ALLENARE - "Non lo so. Ho bisogno di un'esperienza gratificante, non per i risultati, ma dal punto di vista professionale".

JUVE NON ALLENABILE - "Se ero già consapevole? A metà ottobre ho fatto una riunione con lo staff: coinvolgevo anche loro in tutto. La domanda era: andiamo dritto e andiamo a casa tra 20 giorni o facciamo qualche compromesso, vinciamo il campionato ma andiamo a casa lo stesso? Abbiamo vinto il campionato".

ASPETTO DIFENSIVO - "Il bomber m'ha detto che curo i dettagli, ma lui mi ha fatto gol più di una volta. La grande differenza alla fine non è neanche tra 3 e 4. Per qualche giocatore può cambiare il mondo, ma tanti hanno giocato a 4 per lunghi periodi. La differenza è nei principi di fase difensiva, perché vado a fare delle richieste che non sono usuali, anche semplici ma difficili da comprendere per gente che da anni pensa in maniera diversa. Ho visto negli anni hanno fatto meno fatica i giovani che gli esperti. L'unica eccezione è stata Albiol, in 3 allenamenti era nel mio modo di pensare calcio".

OPERAZIONE RONALDO - "Da allenatore? Non m'interessa. La società deve darmi un obiettivo, poi quello che può spendere spenderà. La Juve ha una grande storia economica, ma è falso che debba vincere la Champions. Ha sempre fatto ottime squadre, può vincere la Champions, ma è decima per fatturato in Europa. Ci sono nove squadre che potenzialmente potrebbero avere più possibilità della Juve di vincere".

FIORENTINA - "Prima di Prandelli, è stata la stessa richiesta di disponibilità. Per giugno loro sono andati per altre strade".

CHELSEA - "Conferma? Ho fatto un errore clamoroso. Voler venir via a tutti i costi. Avrei avuto carta bianca, mi ha fatto anche un po' di ostruzionismo per lasciare il Chelsea. Volevo tornare in Italia. Il Chelsea grande società, hanno preso tanti giovani adatti al mio modo di giocare. Ho vissuto il Chelsea in un anno particolare, Abramovich non poteva venire in Inghilterra. Il proprietario non c'era ed era una situazione difficile. Tutto in mano a Marina, con duemila problemi e l'aspetto calcistico era tutto in mano a noi dello staff. Ma non avevamo il potere economico totale a disposizione. Il mercato del Chelsea? E' scattato la sessione di mercato dopo. Werner, Havertz, Mount... tutti giovani, dinamici, tecnici, tutti giocatori che mi piacciono e che sarebbero stati adatti". 

GIROUD - "Oliver è un grandissimo professionista. Uno che c'è sempre nel momento del bisogno. Il giorno prima della finale di Europa League, Zola mi disse: che idee c'hai? Gli risposi: domani gioca di sicuro Giroud e Pedro, gli altri nove li scegli te! Due giocatori che non hanno mai fallito una finale. Pedro alla Roma? Non ha avuto la possibilità di fare partite decisive. Anno strano, giocatore di fronte alla partita importante non sbaglia mai. A me piaceva, era disponibile, tecnico, rapido, io ho un debole e non sono probabilmente neanche imparziale. Ma è uno di quelli leggermente sottovalutato". 

KANTE-JORGINHO - "Miglior coppia? Jorginho più adatto a 3 e non a 2. Poi è talmente intelligente che s'adatta. Kanté? Se leggi i dati fisici, è mostruoso. Ha al di là della quantità di corsa, anche la qualità. In altissima velocità fa 3,4 km, la media è 2,2. Può giocare ovunque. Si parla di giocatori non indifferenti. Ma non possono venire in Italia".

ITALIA - "Io sinceramente non ho visto tante dell'Europeo. Quelle dell'Italia quasi tutte, ho visto poi sprazzi. Mi sembra che siamo palesemente la squadra che gioca il miglior calcio. Dalle scelte fatte mi aspettavo una squadra brillante e tecniche, è stato bravo Mancini in quello. Aveva un certo tipo di calcio e ha individuato i giocatori giusti".

SPALLETTI - "Sinceramente nell'ultimo periodo non l'ho sentito. Luciano ha l'esperienza giusta per vedere e gestire tutto. In bocca al lupo, lì è dura. De Laurentiis? Non è un presidente semplice, ma i risultati li porta. Lotito? Per come l'ho conosciuto, c'entra poco. Le esperienze pre campionato sono tutte belle e facili, le persone le vedi in faccia nelle difficoltà. L'impressione è quella giusta". 

BEONI - "No, non viene con me. Abbiamo dovuto ridimensionare. Ci rimarrà pochissimo, è un allenatore che ha fatto una carriera nettamente inferiore alle possibilità".