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Maurizio Sarri si racconta. L'ex allenatore del Napoli, ora al Chelsea, ha parlato in una lunga intervista al Corriere dello Sport, tra campo, mercato e qualche rimpianto: "Chi vince lo scudetto? La Juve non ha rivali, quando lo dicevo pensavano che volessi portare acqua dalla mia parte. E’ così anche oggi, già sono in fuga. E quest’anno possono trionfare in Champions, sono due i candidati. Juve e Manchester City. Ho sempre pensato che la squadra di Guardiola sia matura per l’ultima scalata a livello europeo. Per me sarà una corsa a due. Poi bisogna vedere come staranno le spagnole a marzo: oggi un po’ così, ma il vento della Champions cambia facilmente

INSIGNE - "Il miglior calciatore italiano. Lo hanno votato in un sondaggio del Corriere dello Sport-Stadio? Hanno fatto bene. Oggi vince lui. La sua svolta? Semplice, crede in se stesso. Ora di più, sempre di più. Si è scrollato di dosso le incertezze e le paturnie di chi deve essere protagonista nella squadra della sua città. Se ci pensi, era questione di tempo. E non credo proprio che sia un problema di posizione: certo, se gioca più vicino alla prima punta inquadra la porta meglio perché ha la classe e i colpi. Ma lui può fare di tutto: lo avevo pensato trequartista, poi l’ho spostato come esterno offensivo. La tattica e la tecnica sono il pane, io sono sempre qui a insegnare, ma poi ci devi mettere qualcosa di tuo. L’ultimo passaggio è il dna che si sveglia e che ti urla 'vai, spacca il mondo'. Questa è la sintesi di Lorenzo. Ora non deve più staccare la spina, ha inquadrato il problema e si è preso la ribalta, non soltanto quella del Napoli. Come Hazard? Immenso. Lui gioca per divertirsi e certe volte non si rende conto quanto sia importante passare dal divertimento al raccolto. Se io semino bene bene, prima o poi mi presento alla cassa. Il suo è un pregio, ma se vuoi un potenziale limite. Perché devi alzare gli occhi e devi capire che hai un mondo davanti. E che quel mondo lo puoi orientare con giocate che facciano la fortuna del collettivo, non la tua individuale. Scadenza nel 2020? Ma lui resta qui, ha speso belle parole per me, non me l’aspettavo". 

MERCATO - "Avevo chiesto Rugani? Io non chiedo. E' un limite? Possibile, ma sono fatto cosi. Io alleno quelli che ho, quelli che mi danno, ho rispetto per chi deve far quadrare i conti e per gli uomini che si occupano di altre vicende. E’ noto il mio pensiero sui mesi dedicati alle trattative. Li odio: summit, vertici, confronti, rotture di balle. Voi ci fate trasmissioni e pagine intere, io farei trasmissioni e pagine intere sui problemi del calcio italiano. Quelli irrisolti e temo irrisolvibili. Ma a voi piace così, io non vedo l’ora che rotoli il pallone, la goduria di un allenamento. 

HIGUAIN - "Mi manca? Moltissimo. Lo avrei voluto al Chelsea? Attento, non equivocare. Mi manca perché lui farà gol fino a quando vivrà. Lui è il gol, un animale da gol, una macchina infernale, il jackpot sistematico e automatico. Sono contentissimo di Giroud che fa un lavoro enorme per la squadra. E di Morata che ha un talento innato, presto lo dimostrerà. Se lo volevo o no? Come rispondo, sbaglio. Perché poi equivochi davvero e, pur non volendo, mi metti in bocca parole che non ho detto. Una cosa te la posso regalare, magari è un titolo. Gonzalo è andato via da Napoli presto. Se fosse rimasto anche la stagione successiva, io penso che... (pausa, si tocca la barba, si sistema gli occhiali)... ci sarebbero state le condizioni per vincere. Higuain era entrato in meccanismi fantastici, ci capivamo io e lui, feeling impressionante con i compagni. Sincronismi perfetti, il rimpianto magari resterà". 

MADE IN ITALY - "Di sicuro Bernardeschi, stravedo. Sta crescendo al punto da poter diventare presto un autentico fuoriclasse. Metto Chiesa sul terzo gradino del podio. Talento purissimo, generoso, dinamico: ha i colpi del predestinato, basterebbe lavorarci ancora un po’ per la definitiva consacrazione".
 
CASO CR7 - "No comment, potrei raccontare un sacco di sciocchezze. Quindi, evito".