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Adrien Rabiot sta crescendo. E già questa è una notizia, visti i primi negativi mesi del figlio di Veronique alla Juve. Un fantasma, lento, imbolsito. Anche scarico, poco pronto a recepire stimoli e cogliere opportunità. Ma le cose, lentamente, stanno cambiando.

IN CRESCITA - E' un giocatore in crescita che lascia la sensazione di aver bisogno di giocare, se ha recuperato pienamente penso possa andare dentro tranquillamente, si sta chiedendo un sacrificio a Matuidi in questa fase, lui è uno che nelle partite spende tantissimo e quindi spesso l'ideale nella sua gestione è che dopo un paio di partite consecutive è meglio fargli fare solo uno spezzone. Senza vederli la sensazione è che uno abbia bisogno di giocare ed è Rabiot”. Così Sarri in conferenza stampa ha elogiato il classe ’95, promettendogli di fatto un posto nell’11 titolare che affronterà domani la Sampdoria. Migliora, quindi ora si deve cavalcare l’onda, farlo giocare sperando che la salita continui, fino a toccare le vette raggiunte nei migliori momenti al PSG, o anche meglio, perché no. 

IL PIANO - Il piano di Sarri con Rabiot è chiaro: un inserimento fulmineo non ha pagato, però somministrarlo neanche si è rivelata una scelta giusta. E allora il francese che piaceva al Barcellona deve scendere in campo, con continuità. La strategia, complice lo stop di Khedira, pra non può che essere questa: fiducia e supporto nei momenti di difficoltà. Bocciato Emre Can, che a gennaio potrebbe andar via, ora Rabiot deve sgomitare e prendersi un posto, in pianta stabile. Spegnendo i mugugni di parte dei tifosi e rassicurando Paratici, che per portarlo alla Juve ha vinto una numerosa concorrenza internazionale e gli ha offerto un lauto stipendio da 7 milioni a stagione. Domani con la Sampdoria una nuova, importante, occasione.