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Doveva portare una rivoluzione spettacolare per quel che riguarda il gioco, fin qui non c'è riuscito. C'è uno scudetto che resta a portata di mano, bastano tre punti contro Sampdoria, Roma e Cagliari per dire. Ma la differenza su tutti i giudizi la farà la Champions, non può essere altrimenti. O meglio, sui giudizi da campo legati a Maurizio Sarri. Perché per il resto non è necessario essere un filologo per capire come il tecnico bianconero sia ancora piuttosto fuori contesto in una Juve che punta al tetto del mondo anche o soprattutto in termini di immagine e marchio. Per capire come un allenatore di un top club mondiale dovrebbe avere un differente senso comunicativo. Perché, tra un dito sul naso e una grattatina scaramantica sulle parti basse, tra una parolaccia e una smorfia, ci sono anche tutta una serie di giudizi suoi sulle prestazioni della Juve che ballano sul filo del rasoio. Ancora dopo la partita con l'Udinese, per esempio, quelle che dovrebbero essere delle colpe vengono invece rilanciate come degli alibi. Strano in generale, stranissimo per una società come la Juve che di certo non si è mai nascosta dietro un dito.

IL REPERTORIO – Non era degno di analisi il blackout mentale che ha segnato il crollo di San Siro contro il Milan, per esempio, tutta colpa “di un rigore”. Mah. Di conseguenza si arriva, passo falso dopo passo falso, fino a Udine, appunto. E quel messaggio ribadito legato a un momento in cui “succede a tutti”, proprio stride con ciò che deve essere la Juve, vale a dire la più forte. Perché questa sconfitta, l'ennesima in trasferta, l'ennesima in rimonta? Perché la Juve era disordinata. Ma perché era disordinata, non lo si spiega. Perché era stanca. Ma perché la Juve è puntualmente più stanca degli avversari, nemmeno. Perché ci sono stati e ci sono tanti infortunati. Ma perché gli infortunati siano più o meno sempre gli stessi senza riuscire a trovare continuità, resta un altro mistero.

I NUMERI – E poi occhio ai numeri. Perché nemmeno i 38 gol subiti in campionato sembrano troppi a Sarri, dal momento che questo è stato un campionato particolare per tutti. Solo che la Juve non è una squadra come le altre, non solo per una questione di monte ingaggi. Prima del lockdown erano comunque 24, circa uno a partita, quando le condizioni erano ancora normali. E poi ci sono 12 rigori fischiati contro, ha detto e ribadito Sarri, come se questi non valessero. Ma al di là di questo, chissà perché Sarri continui a parlare di 12 rigori subiti quando ci si interroga dei troppi gol subiti: in verità contro la Juve ne sono stati fischiati 11 (sempre tanti, ma non 12) e solo 8 sono stati realizzati. Strani errori per chi ha lavorato anche in banca. Ma forse nessuno glielo ha fatto notare proprio per quello...