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Il passato è lì. Non va rinnegato. Solo grazie a un percorso tanto lungo Maurizio Sarri è riuscito ad arrivare alla Juventus alla veneranda età di 60 anni. Ed è un passato che lo riempie di orgoglio, perché difficile, senza compromessi. Ora però conta il presente, si costruisce il futuro. Alla Juve. Per prendersi tutto quello che ha sempre solo sognato, magari anche soltanto un'opportunità per dimostrare di essere un allenatore diverso da tutti gli altri. Ma comunque capace di essere un vincente. Così anche in conferenza stampa, dopo oltre un mese di silenzio, Sarri ha saputo chiarire come sia pronto a cambiare ancora. Lo ha sempre fatto, continuerà a farlo. Non ci sarà spazio per una Juve che scimmiotti il suo Napoli o magari il suo Chelsea, costi quel che costi. La rivoluzione di Sarri passa dalla volontà di plasmare la formazione secondo le sue idee, ma con la consapevolezza di doverle rimodulare secondo le caratteristiche dei giocatori a disposizione. E della loro mentalità. Meno possesso, più fisicità, più concretezza. Da qui si riparte, grazie a una rosa mai vista almeno da Sarri. Che pure non rinnega il passato.

IL PASSATO – Anzi, lo ricorda ancora una volta con orgoglio. Senza paura. Ha detto tante cose in questa conferenza stampa pre Fiorentina-Juve. Alcune con una semplicità disarmante, e meno male. Sarri senza che nemmeno gli venisse chiesto ha ribadito il suo tifo per il Napoli fin da quando era bambino. Ha anche svelato come sua mamma non sia stata poi così contenta (scherzando eh...) del suo passaggio alla Juve in quanto tifosa viola doc, d'altronde la nonna abitava a pochi metri dall'Artemio Franchi e tutti in famiglia erano tifosi della Fiorentina. Tanti ricordi, nessuno sembrava poterlo portare un giorno ad allenare la Juve. Eppure proprio sulla panchina bianconera dovrà cancellare l'ultimo, il più brutto per lui che poi divenne felice per la Juve, quello dello scudetto che per alcuni è passato alla storia come perso dal Napoli in albergo. È passato, ora si pensa al presente. Ma ciò che è stato rimane, senza paura di dirlo. Bentornato Sarri.