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E' finita nell'unico modo in cui doveva finire. Troppo diversi la Juve e Maurizio Sarri, per il modo di pensare calcio e per il modo di comunicare. Diversi in tutto. Si sono sopportati per un anno, hanno vinto l'ennesimo scudetto (la Juve) e il suo primo titolo italiano di sempre (Sarri) ma la decisione di Agnelli era stata presa a prescindere dalla sfida di ieri con il Lione e infatti poco dopo pranzo è arrivato il comunicato ufficiale del club bianconero: Sarri sollevato dall'incarico. La Juve e Sarri non si sono mai capiti. E per Juve non s'intende solo la dirigenza e parte della tifoseria. Anche coi senatori non è mai sbocciato il feeling.

TENSIONE - Poco dialogo tra l'allenatore e i giocatori. Dopo le partite quasi mai, un rapporto quasi schizofrenico quello tra l'allenatore e la parte più importante dello spogliatoio, i cosidetti senatori, che in più di un'occasione si sono lamentati con la dirigenza degli atteggiamenti dell'allenatore bianconero. E questo rapporto mai davvero nato è esploso nella seconda parte di stagione, dopo il lockdown, quando ci sono stati diverbi anche pesanti, ad esempio dopo le sconfitte di Udine e Cagliari, quando Agnelli ha anche ripreso l'allenatore per le lamentele sul calendario. Da una parte i calciatori, stanchi dei metodi, dall'altra la dirigenza con a capo Andrea Agnelli, stanca di tutto il resto. Poche settimane fa un vertice in cui i calciaotori più rappresentativi avevano chiesto alla società un cambio. Il finale non poteva che essere questo.

INDIFESO - Che Agnelli avesse già preso la sua decisione era chiaro fin dal giorno della conferenza stampa di Pirlo nella quale non nominò mai l'allenatore bianconero, reduce dalla vittoria del nono scudetto consecutivo. Durante il lockdown Sarri si era sentito protetto dalla società, dopo si è rotto qualcosa o meglio si è squarciato perché le prime crepe erano nate ben prima della pausa forzata per la pandemia di coronavirus. Attacco dopo attacco, dei media e dei giocatori, Sarri non si è più sentito protetto tanto che ieri sera, dopo l'eliminazione, è stato lui a nominare i dirigenti, chiedendo il loro intervento dopo l'ennesima domanda sul futuro. Un piccolo sassolino tolto dalla scarpa che però sembrava un macigno. Sarri e la Juve non si sono mai capiti né, forse, apprezzati. Non poteva che finire così.

@lorebetto