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A Napoli non esisteva, a Torino ha iniziato a scoprirlo, piano piano. Maurizio Sarri non è esattamente un grandissimo estimatore del turnover, ma alla ripresa del campionato sarà costretto a conviverci. Tante partite in pochi giorni: si parte il 12 giugno nella semifinale di ritorno di Coppa Italia contro il Milan e il 17 è già in programma l'eventuale finale. Poi la prima di campionato post-Covid, che la Juve giocherà a Bologna. 

TURNOVER - Un tour de force che mischia le carte in casa bianconera, dove i giocatori hanno ripreso da tempo ad allenarsi prima individualmente poi a lavorare in gruppo dopo l'approvazione del protocollo: stanno svolgendo una preparazione mirata ad affrontare un'estate bollente e fitta di impegni, che i bianconeri sperano possa durare il più a lungo possibile per giocare su tutti i fronti. Con una partita ogni tre giorni, a questo punto, diventa fondamentale la gestione del turnover. Quel meccanismo che proprio non manda giù. Per lui fino a qualche anno fa esistevano undici giocatori più uno/due, alla ripresa del campionato assisteremo inevitabilmente a delle vere e proprie rivoluzioni di partita in partita. L'intoccabile? Ronaldo. E chi sennò. Sarà lui a dire quando sarà stanco e vorrà fermarsi.

I "CASI" - La nuova regola delle cinque sostituzioni viene incontro all'allenatore toscano, che nei prossimi mesi dovrà gestire giocatori come Pjanic e Higuain sempre più in bilico. Con il Pipita c'è già stato un confronto, nel quale l'argentino ha espresso la sua volontà di dare il 100% fino a fine stagione prima di capire quale - e soprattutto dove  - sarà il suo futuro. Per Pjanic ci sono stati contatti con il Barcellona e gli occhi di Chelsea e Psg puntati su di lui. Testa al campo, ora. Tra qualche giorno si parte: Sarri studia il "nemico" turnover.