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Aldo Palazzeschi, per irridere la sua condizione di poeta futurista e saltimbanco, scriveva “Lasciatemi divertire” e “le piccole corbellerie” erano il suo diletto. Ora, nei confronti di Sarri, verrebbe da dire: “lasciatelo lavorare”, forse anche divertire, almeno per un po’. Dopo appena 10 giorni di allenamento, senza la rosa al completo, e due partite da esibizione estiva, è tutto un fiorire di commenti eccessivamente entusiasti o troppo negativi.

Uno scambio di prima, in velocità durante una seduta di allenamento, tra Ronaldo e Higuain ha fatto il giro dei siti con l’audio di Sarri che diceva “Ora mi piace”. Commento: la Juve di Sarri incanta. Dopo le due partite contro Tottenham e Inter, in tournée mai troppo esecrate, chiuse con una sconfitta e una vittoria ai rigori, si afferma che “la Juve di Sarri ancora non si vede”, “che ancora aleggia lo spettro (si fa per dire) di Allegri”. È vero che l’arrivo di un allenatore che del gioco brillante, della difesa alta, dell’aggressività fa il proprio credo, suona rivoluzionario in una Juve “ragioniera” come quella di Allegri. Ma: in 15 giorni cosa si pretende di fare, per di più con la tournée a togliere continuità e concentrazione?

Al contrario di Conte e dell’Inter, Sarri e la Juve non sembrano né nervosi, né frettolosi. Non devono dimostrare niente a nessuno, se non al momento opportuno; non devono riscattarsi da cocenti delusioni; non devono rialzare la testa. Il momento opportuno non sarà nemmeno quello delle prime partite del nuovo campionato, perché gli schemi di Sarri non sono d’immediata assimilazione, perché ci vuole pazienza e concentrazione, lontano dai riflettori dell’immediato risultato. Ci vuole, insomma, un rodaggio appropriato.

Sì, lasciamolo lavorare. A divertirci (e a continuare a vincere) ci penseremo tra un po’.