Così, la partita di ieri contro l'Udinese ha offerto nuovi spunti di riflessione su Bernardeschi, dopo mesi di attesa. L'ex viola si è fatto trovare decisamente più nel vivo del gioco e la possibilità di toccare più palloni dentro al campo ha messo a freno la sua frenesia. Un difetto che, in fascia, si è sempre trasformato in palloni persi, gli stessi che - per responsabilità - non si può permettere un centrocampista. Quindi, con mansioni differenti, bernardeschi ha messo in mostra una lucidità rinnovata, pur senza perdere il dinamismo che lo ha contraddistinto. Si vede tutto il suo repertorio da ala nell'occasione del rigore procurato, una capacità d'inserimento che da mezzala, con meno attenzioni della difesa addosso, potrebbe aprire scenari di campo interessanti.
Il bilancio, a questo punto, è ancora tutto da scrivere. Ci sono ancora partite da giocare per confermare tutti i buoni presupposti dell'inizio. Un'inizio interessante, anche a piede invertito, che ha riacceso le speranze: il guizzo e l'intelligenza ci sono, bisogna solo rimettere in sesto la mentalità di un giocatore che sembra darsi sconfitto troppo presto all'interno di una partita. Rimetterlo al centro, può essere la soluzione.