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La grandezza del nuovo allenatore della Juve si è percepita nel solco della tradizione. Niente effetti speciali o rivoluzioni, l’idea del gioco da assorbire e trasmettere nei tempi giusti, senza trascurare o precedere i risultati, se possibile ereditando da Allegri la capacità di “restare mezz’ora in difficoltà e poi in dieci minuti triturare la partita” come disse il 20 giugno, nel giorno della presentazione alla Continassa. Sarri ha rispettato l’anima bianconera e conservato il meglio, si è appoggiato alla vecchia guardia, sta inserendo i nuovi, ha aumentato le rotazioni e adottato più moduli. Altro che integralista. 

E' quanto scrive il Corriere dello Sport, che esalta il tecnico bianconero e aggiunge un paragone speciale: "In campionato conta portare a casa il successo e Sarri, curiosamente ma non troppo, ha vinto 8 partite su 10 con un gol di scarto. Si è messo nella scia di Capello, uno dei suoi più illustri predecessori sulla panchina della Signora. Chi lo avrebbe mai immaginato? Sono considerati agli antipodi, invece la Juve è stata capace di avvicinarli sotto il profilo dei risultati". 

Da inizio della stagione Sarri ha vinto 10 partite su 13, il 77%, con tre pareggi. Meglio di Sarri, alla prima stagione, hanno fatto solo Fabio Capello nel 2004/05 e Jesse Carver nel 1949/50 con l’85% di successo.