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Lucas Torreira, talento del centrocampo della Sampdoria, è uno di quei giocatori che la Juve tiene sott'occhio per il futuro. L'uruguaiano ha parlato a Tuttosport: "Per fortuna ho sempre avuto qualcuno vicino, in particolare la famiglia. Per esempio, domani arriva mia cugina Valentina, si fermerà fino al 7 gennaio e poi, col campionato fermo per la sosta invernale, torneremo in Uruguay. Poi, a Nervi, a casa mia, ci sono sempre parenti e amici cari che allontanano la nostalgia". 
 
PRIMI PASSI - "Belli, da subito. Ho cominciato a 3 anni nella Institucion Atletica 18 de Julio, club di Fray Bentos (capoluogo del Rio Negro, ndr), la città dove sono nato e lì sono rimasto per 13 stagioni. A 17 anni sono passato al Montevideo Wanderers ma nel dicembre 2013 fui tesserato dal Pescara. In Primavera mi allenava prima mister Federico Giampaolo (fratello di Marco ora conducator blucerchiato) poi mister Oddo e fu lui, quando ci ritrovammo in prima squadra, a riportarmi nel ruolo di play dopo che Baroni mi aveva utilizzato come trequartista. In seguito mi acquistò la Samp, mi lasciò in prestito in Abruzzo per un anno e poi mi portò qui". 
 
GIAMPAOLO - "Già. Devo molto a Federico, mi ha insegnato tanto. Ma prima di arrivare alla Samp non conoscevo il mio attuale allenatore. Non so se i due abbiano parlato di me, credo sia possibile, resta il fatto che mi sono trovato subito bene in blucerchiato. Ma aldilà della stima che il tecnico mi dimostra, so bene che devo essere all’altezza del compito che mi viene attribuito. Penso di essere cresciuto tanto grazie al lavoro, all’impegno quotidiano e agli insegnamenti dell’allenatore, peraltro, un vero maestro di calcio. Complicato lavorarci? Per me è semplice. Capisco in fretta ciò che lui vuole che io faccia ed eseguo. Penso sia il tecnico giusto per le mie caratteristiche di gioco. In campo comando io? Beh, Giampaolo a volte parla con me e io porto ai miei compagni le sue disposizioni tecnico-tattiche. Quagliarella lo fa per l’attacco. No, non sono già un allenatore in campo, è ancora troppo presto...". 
 
SAMP - "Siamo cresciuti tantissimo. Vogliamo sempre migliorare e soprattutto vincere il più possibile. La nostra è una mentalià da grande squadra e cerchiamo di aumentare la nostra convinzione per poterlo diventare. Non so cosa ci manca ancora per essere al livello di chi guida la classifica, ma posso dire che il nostro gruppo ha una fame incredibile. Per capire chi siamo veramente dovremo aspettare ancora un po’, l’importante sarà andare in campo sempre con in testa l’idea di dare e possibilmente ottenere il massimo". 
 
PARTENZE - "Vero, sono partiti giocatori importanti, ma chi è arrivato possiede la stessa qualità ed è riuscito a entrare nel gruppo senza problemi. Poi c’è stato il vantaggio di partire da un nucleo, diciamo storico, integro che ha agevolato l’inserimento dei nuovi. Duvan, per esempio, è diverso da Muriel e Schick ma sa tenere palla davanti e fa salire la squadra oltre a segnare e a regalare assist. Ramirez è fortissimo e non lo si è ancora visto al massimo delle sue possiiblità. Ha ancora bisogno di un po’ di tempo. Ma intanto ha trovato il suo primo gol e questo è importante per tutti noi". 
 
GOL - "Mi mancava? Confesso di sì. Non riuscivo a segnare, mi mancava, lo cercavo da tanto tempo. Poi è arrivata la doppietta col Chievo e per me è stata una liberazione". 
 
RECUPERA PALLONI - "Sei più stanco quando la palla non ti arriva mai, è bello poterla avere sempre nei piedi. Ma devo migliorare anche in questo, devo essere più intenso e sbagliare di meno".  
 
BIG - "Mercato? Quando indosso la maglia di una squadra è come se entrassi in una famiglia e il mio primo obiettivo è di dare sempre il massimo. Certo, mi riempie d’orgoglio sapere di piacere ad altre società di primo piano, ma adesso sono concentrato unicamente sulla mia Samp. E poi sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti dei tifosi parlare di future destinazioni. Il mio obiettivo adesso è arrivare il più in alto possibile con questi colori indosso". 

JUVE - "Farei di tutto pur di riuscire a battere i bianconeri, grandissimo avversario e squadra ricca di campioni assoluti. Non sarà facile, dovremo preparla bene, scendere in campo concentrati e dare più del massimo. Poi, in questi casi, le parole non servono: contano solo i fatti". 
 
ITALIA - "Ho sentito, ma io sono uruguaiano e il mio sogno fin da quand’ero bambino è di far parte della Nazionale del mio Paese e magari di andarci con Ramirez. Azzurri fuori dai mondiali? La massima competizione calcistica senza Italia è brutta cosa".