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"Sacrificio, umiltà, modestia ed esperienza. Questa Champions è il capolavoro di Carlo". Titola così Arrigo Sacchi il suo editoriale sulle pagine della Gazzetta dello Sport. E prosegue: "Ancelotti ha fatto un capolavoro. Non era tra i favoriti in questa Champions League e invece ha avuto il coraggio e la forza di vincerla. [...] non era probabilmente la più forte squadra sulla carta, ma ha dimostrato di essere il gruppo che aveva più spirito di sacrificio, più umiltà, più modestia e più esperienza.

[...] È stato un allenatore tattico che, conoscendo le forze dei suoi ragazzi e quelle del nemico ed essendo conscio di non potersela giocare sul piano del ritmo e della velocità, ha deciso di puntare sulla saggezza, sull’attenzione difensiva e sulla voglia di sacrificarsi dei suoi campioni. I quali lo hanno ripagato, perché tutti avete visto le rincorse di Modric, di Benzema, di Kroos. Mi viene da dire che il Real Madrid ha giocato all’italiana, ma questo era l’unica strada possibile per arrivare al successo". Un deciso passo indietro rispetto alle solite parole sul gioco e su quella filosofia calcistica sempre professata, talvolta anche con rimproveri.