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Come se l'ambiente Juve si fosse liberato di un peso. Vuoi economico (è principalmente economico), vuoi di una promessa mancata che era ancora lì ad appesantire le prospettive. Daniele Rugani, 87 presenze con la Juventus, oltre 100 in Serie A, all'improvviso è diventato un sospiro di sollievo. Sia per i tifosi, sia per la società. Che con la cessione del difensore alla Roma sta piazzando una plusvalenza di cui ha palesemente bisogno; ma allo stesso tempo, specialmente con la conferma di Demiral, è andata incontro ai desideri dei supporters. Daniele, loro, l'avevano scaricato da tempo. 

PURE SARRI - Incertezza, forse timidezza, di sicuro qualche errore pagato più del normale e del dovuto. Ma capita così, soprattutto se entri nell'occhio del ciclone social e perdi la fiducia di una piazza che l'aveva aspettato, coccolato e poi ripugnato, contraddicendosi come spesso capita a chi non conosce i contorni del mondo Juve ma ne vede solo la facciata esteriore. Dopo quattro anni di panchine e di contagocce a scandagliare il suo minutaggio, Rugani saluta in modo mesto, scatenando la festa di pochi facinorosi delle apparenze. L'ha scaricato pure Maurizio Sarri: gli ha preferito Demiral, di comune accordo con la società, chiudendo difatti la porta alla permanenza di quello che era il suo pupillo. Non sarà facile, digerirlo. Ma Roma è calda e non ha pregiudizi: basterà metterci un po' di carattere, oltre il cuore.