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Il rapporto tra la Juventus e Daniele Rugani era sbocciato come un fiore al mattino. Così giovane, così elegante, così italiano, il centrale allora all'Empoli sembrava essere l'erede designato di uno tra Chiellini e Bonucci. Eppure, dall'estate 2015 ad oggi, il difensore toscano non ha saputo ancora imporsi e convincere la Juventus a puntare totalmente su di lui. Non ​è successo due anni fa, quando Bonucci ha deciso di fare fagotto verso Milano, e non ​è successo quest'anno, dove, dopo l'arrivo di De Ligt e Demiral, si ritroverà costretto a vivere un'altra stagione all'insegna della concorrenza. 

AMORE A PRIMA VISTA - Se la Juventus ha potuto ammirare un determinato tipo di giocatore, qual era Rugani nel biennio empolese, parte del merito va condivisa dal centrale con il suo allenatore. Un tale Maurizio Sarri che, guarda caso, proprio oggi si aggira per i campi di allenamento bianconeri. Un intruso? Non proprio. Eppure, malgrado Sarri, le avances della Roma - se salta Alderweireld - potrebbero convincere la dirigenza bianconera a cederlo definitivamente. 

O UNO, O L'ALTRO - Anche Demiral, appena arrivato dal Sassuolo, potrebbe essere in partenza, destinazione Milan: la Juventus ha aperto alla cessione, ma al prezzo di 40 milioni, non meno. Prima di tornare a Rugani, ​è debita una premessa: o parte il turco, o l'italiano. Difficilmente la Juve smantellerebbe le riserve di un reparto appena consolidato. Tornando all'attualità, ci si chiede come sia possibile che Sarri, disposto a convincere il Chelsea a sborsare 50 milioni per averlo la scorsa estate, non lo veda, non centrale, quanto meno affine al proprio progetto? Allora, alla bussata da Londra, la Juventus disse "no, grazie", e sembra dunque chiaro che, se anche dovesse partire adesso, lo farebbe per una cifra importante. Tutte motivazioni valide, ma che non spiegano fino in fondo la parabola piatta che ha preso l'avventura in bianconero di Rugani.