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Martina Rosucci si racconta a 360°. Centrocampista della Juventus ha parlato a JTv di famiglia, obiettivi e progetti:

FAMIGLIA - "Mia mamma, mio papà che è importantissimo, le mie sorelline piccole e poi c'è mio fratello, gemello, che è assolutamente la persona più importante della mia vita. Abbiamo iniziato insieme nella pancia di mamma e quindi siamo legati da qualcosa di forte. E' forte, è il mio infermiere, è tante cose. E' una persona speciale, in generale.

GLI INIZI E IL FRATELLO - Devo la mia vita calcistica a lui, grazie a lui ho iniziato a giocare a calcio. Facevamo entrambi danza classica, poi lui era bravissimo, io negatissima, tanto che quando siamo andati via la maestra ha chiamato mia madre per chiedere di lui, per convincerla a farlo restare. E invece le hanno detto: 'La figlia se la tenga'. Quando ha iniziato a giocare a calcio, io andavo a vedere ogni suo allenamento, mi piaceva tantissimo. E ogni volta che arrivava la palla oltre la rete io gliela tiravo di là con i piedi. E quindi un giorno mi hanno detto: 'Perché non provi anche tu?'. E così è iniziata. Abbiamo fatto solo un anno e mezzo insieme, perché poi lui è andato a giocare nel Torino. Devo la mia passione a lui. E' un centrocampista come me, estroverso ma è poco costante. Quando gioco di sabato viene a vedermi, di domenica no perché gioca anche lui. Mi osserva, mi chiede consigli e io a lui. 

MAMMA E CALCIO - Ho smesso di giocare per un anno quando mi hanno detto che non potevo più giocare con i maschi, perché con le ragazze non volevo giocarci. Ho fatto tutti gli sport, pallavolo, recitazione. Poi non mi scorderò mai, un giorno, era quasi finita la scuola, eravamo in cucina, io ero davvero infelice perché mi mancava il calcio. E lì, lei ha capito che doveva spingermi lei ad inseguire il mio sogno perché era quello che mi rendeva felice. E mi ha detto: 'Io ti voglio vedere solo felice Martina, quindi se giocare a calcio ti rende felice, vai perché così non posso vederti. Mi ha detto di cercare una squadra femminile, però di giocare. Siamo le più sfegatate della famiglia: quando ero piccola, mio papà e mio fratello stavano a casa, io e lei invece andavamo allo stadio a vedere la Juve. Avevamo l'abbonamento. 

MONDIALE - Ha cambiato l'opinione pubblica sul calcio femminile. A parte le ragazzine al campetto, le vedi giocare lì dove prima erano solo maschi. Mi ha fatto un senso incredibile. E poi ogni allenamento, mattina e pomeriggio, c'era un sacco di gente, bambini e famiglie che ci chiedevano gli autografi, che volevano incontrarci, ci conoscevano. E' emozionante. Pensi da dove sei partito e cosa hai raggiunto, cosa sei per la gente. Devi essere un esempio, è importante. Il bacio con mio fratello? Sono arrivata lì, era in alto, ho saltato e mi ha afferrato. E' importante avere la famiglia vicino. Lui mi ha tirato su, mi ha dato un bacio ed era emozionatissimo. Bonansea aveva segnato al 92', era una gioia enorme. Noi siamo in campo, ma loro sono lì con noi.   

STUDI - Ho fatto scienze motorie all'Università, ho frequentato quando ero nel Brescia, era più facile esserci. Giocare nella Juve è diverso, con la Nazionale anche, è un impegno importante, con i ritmi che ci sono adesso poi. Io sono una che si concentra al 100% su una cosa, che potrebbe anche essere un limite, ma metto tutta me stessa. 

TORINO - Ho vissuto tanto a Brescia, ma Torino l'ho sempre amata tanto come città. Sono di parte, ma la amo questa città e ogni volta che tornavo facevo un giro per rivederla. Amo girare il centro di notte, mi piace tanto.

JUVE - Ho avuto la possibilità di andare all'estero, in Inghilterra, ma quando mi ha chiamato la Juve non ci ho capito più niente. Quando mi hanno detto che la Juve avrebbe fatto la squadra non ci credevo. Dopo due giorni mi ha chiamato Rita Guarino e mi ha detto di raggiungerla alla Juve. Io la conoscevo già, ma non potevo credere a quello che mi stava dicendo. Le ho detto: 'Ma è una cosa seria? Fatemi capire, non ci sto capendo nulla'. E anche Bonansea mi aveva detto che mezz'ora prima era stata chiamata da Rita. E' stata una cosa veloce, in qualche giorno si è creata la Juve femminile e io ne facevo parte. Non c'è stato un momento in cui ho pensato di dover fare una scelta: Inghilterra, Juve o Brescia. La Juve era la Juve. Da qualsiasi punto partisse e qualsiasi obiettivo avesse per me era un sogno che si realizzava. 

ALLA JUVE - Essere un giocatore della Juve vuol dire essere un atleta. Noi ragazze abbiamo cambiato tanto in questo la nostra mentalità. Ho sempre detto: chiediamo tanto, professionismo e diritti, ma non tutte siamo disposte a dare e a comportarci da atlete. Io sono sempre stata fissata con l'allenamento, mi allenerei 24 ore al giorno. Quindi non ho fatto fatica ad ambientarmi. La vita da atleta è diversa, comincia dall'alimentazione, dal riposo, poi vai al campo. Io che ho avuto due infortuni gravi, arrivo un'ora e mezza prima per fare degli esercizi in palestra, sono la croce del Prof. Quindi inizia prima l'allenamento, che è la parte divertente e faticosa. E finisce dopo, a livello fisioterapico prosegue. 

STAGIONE - Sarà un campionato difficilissimo, il più difficile. Come sempre, quello che deve arrivare lo è. Non è una cosa scontata: la Roma ha fatto un mercato importante, c'è l'Inter, il Milan e la Fiorentina si è rinforzata. Ci sono molte squadre per i primi due posti, sarà molto difficile. Noi siamo la squadra da battere, per tutti: anche le squadre di bassa classifica, quando giochi contro le Campionesse d'Italia, contro la Juve, dai tutto per fare bella figura, per batterle. Io se giocassi contro la Juve ci metterei tutto il mio meglio. Per noi è sempre difficile. Per me è la stagione del riscatto. Penso di aver fatto una prima buona stagione, arrivando da un lungo infortunio, poi mi sono fatta male e non mi sono potuta ripetere. Per me è importante, soprattutto in un ambiente nuovo, importa il presente, il passato se lo dimenticano. Devi sempre stare sul pezzo e dimostrare. L'anno scorso non ho potuto e ho sofferto tanto. Ci ho messo un poì, ma adesso sono tornata e mi impegnerò per dimostrare che non è di certo un infortunio che può fermarmi. Martina Rosucci è tornata e può ancora dire la sua".