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Con una certa flemma l’UEFA ha stabilito di riunirsi per decidere la sospensione della Champions e dell’Europa League. Sembra muoversi con un’estrema calma, forse troppa, anche se la decisione sembra scontata. Cosa pensano di poter fare di fronte a casi di Covid 19 accertati tra i calciatori? Di decidere che le squadre italiane non partecipino? Ci hanno già provato. Oppure pensano di fare come Boris Johnson che ritiene il football e i pub troppo importanti, troppo english, per essere sospesi o chiusi?

Diamo per scontato che l’UEFA prenda provvedimenti restrittivi, ma forse è bene non illudersi troppo. Guardate cosa è riuscita a fare l’omologa e ben più importante BCE. Avrebbe dovuto alleggerire i tassi di sconto per dare respiro all’economia boccheggiante e invece non lo ha fatto, facendo raddoppiare le perdite in borsa.

C’è da giurarci (ci hanno già provato): qualcuno tornerà alla carica per chiedere alle squadre italiane di autosospendersi. D’altra parte la cecità sembra prevalere in tutto l’Occidente, se i governi di Francia, Germania, Spagna, Portogallo ecc. ancora esitano a prendere quelle drastiche decisioni che sono state necessarie in Cina, Corea del Sud e Italia. L’idea che il virus si fermi alle frontiere è infantile. Così come inutili sembrano i dilemmi su cosa debba fare Cristiano Ronaldo. Il campionato è sospeso, le squadre non si allenano e Madeira, dove è andato a trovare la madre ricoverata, sembra il posto migliore dove essere in questo momento.

Tornare non avrebbe senso.