commenta
Non è da tutti allenare un campione come Cristiano Ronaldo. Per farlo, non basta mandarlo in campo e aspettare che segni, aumentando quel bottino impressionante di 762 gol in carriera. Sarebbe troppo facile. Per gestire il portoghese invece servono carisma, leadership ed esperienza in campo. Ci sono riusciti Ancelotti e Zidane, con i quali a Madrid ha avuto ottimi rapporti, ci sta riuscendo Pirlo che con Cristiano parla quotidianamente e si confronta. Non era decollato, invece, il rapporto con Mourinho e Benitez nelle Merengues e quello con Sarri alla Juve. Ve lo ricordate? Primo cambio, prima smorfia. E non è stato l'unico a non legare con l'ex allenatore bianconero.

LA SOSTITUZIONE - Pirlo invece ha potuto serenamente sostituirlo al 77' della semifinale di Coppa Italia contro l'Inter, una di quelle partite che il portoghese 'sente' e nelle quali vorrebbe rimanere sempre in campo. E infatti Cristiano non l'ha presa benissimo, Pirlo ha spiegato i suoi motivi - turnover - e Ronaldo ha accettato la scelta sedendosi in panchina e rimanendo coinvolto nel match anche da fuori. Prova superata per Andrea, perché al suo predecessore non era andata tanto bene.

DIFFERENZE - Quando Sarri l'aveva sostituito contro il Milan a inizio secondo tempo, CR7 prese la via degli spogliatoi e non si fermò nemmeno in panchina, ma dietro quella reazione c'era altro: il rifiuto di giocare centravanti come gli aveva chiesto l'allenatore a inizio stagione e l'insofferenza durante le sedute tattiche, come riporta La Gazzetta dello Sport. Con Pirlo invece il portoghese può partire dal centro-sinistra e accentrarsi come piace a lui. Libertà e uno status da grande giocatore che l'ex Real riconosce all'allenatore. Pirlo sa gestire Ronaldo, lo dimostra in campo - come quando ha partecipato alla partitella con la squadra - ma anche a parola: "Fuori dal centro sportivo è un libero cittadino e può fare quello che vuole" aveva detto Andrea commentando il viaggio di Cristiano a Courmayeur. E questo è il rapporto che vuole CR7.