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Cristiano Ronaldo può stare ancora comodo sul trono del gol della Serie A, Lukaku ha steccato contro lo Spezia e la distanza di 4 gol permane, 25 per il portoghese 21 per il belga. Ma questo non basta, perché anche CR7 è stato autore di una prova sottotono contro il Parma. La Juventus è riuscita a rialzare la testa dopo un primo tempo complicato, rimontando la punizione di Brugman con la prima doppietta di Alex Sandro in bianconero e l’incornata finale di De Ligt. Nel mezzo, due assist di Cuadrado e sprazzi di Dybala. Ancora, qualche borbottio di Ronaldo e gesti di nervosismo, come il pallone scagliato a fine partita che è costato l’ammonizione. Non è sereno, il fastidio muscolare che gli ha impedito di scendere in campo contro l’Atalanta si è tramutato in fastidio nervoso. Dopo la maglia gettata a terra contro il Genoa – era destinata ad un raccattapalle, ma il gesto rimane – Ronaldo si è ripetuto: il linguaggio del corpo che esibisce mette in risalto la prestazione individuale, più importante di quella corale anche quando si vince.

FLESSIONE - Siamo tutti certi che questo periodo, difficile, finirà non appena l’ex Real ritroverà confidenza con il gol, ma nel frattempo le sue reazioni fanno storcere il naso. A freddo penserà anche al gruppo, ma a caldo sono quelle di chi non ne ha mai abbastanza, soprattutto di se stesso. La flessione si spiega con i numeri: solo 2 gol in 4 giornate ad aprile, mese del tutto analogo a gennaio 2021, quando segnò 3 gol in 6 partite e fu subissato dalle critiche. Per chi ha costruito il proprio successo su record conquistati a suon di reti, vuol dire tutto. Ronaldo troverà la via della rinascita come di consueto, ma deve farlo al più presto, perché la corsa alla Champions League è più serrata che mai e non è scontato che la Juve riesca a sopperire sempre alle sue brutte prestazioni. Se la giocherà in bianconero è un altro discorso, ma il suo contributo è essenziale.

LA PUNIZIONE – A proposito di pagare dazio, la punizione di Brugman è un dejà-vu in piena regola. Calcia benissimo l’uruguaiano, infilando il pallone nell’unico buco della barriera, quello lasciato da Ronaldo chinando la testa. Questa volta la squadra di Pirlo vince 3-1 e non paga dazio, ma pochissimi mesi fa il suo timore nel saltare in barriera è costato, in parte, l’eliminazione dalla Champions . Paura ingiustificata, per uno che, circa 20 minuti dopo, si arrampica in cielo per battere di testa, scontrandosi con un avversario per poi rovinare a terra, rischiando di farsi un gran male. In un caso deve difendere, nell’altro segnare…