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È comprensibile lo stato di frustrazione che ha portato Cristiano Ronaldo a reagire con un post pubblico alla sua ”prigionia” da positivo al Covid. L’occasione per potersi confrontare ancora una volta con l’eterno rivale Messi contro il Barcellona rappresentava per lui un piatto troppo ghiotto per potervi rinunciare a cuor leggero. Non è affatto ammissibile che, oltre a dichiararsi sano come un pesce e in buona salute, il campione portoghese della Juventus vada oltre le righe per esternare che “Il tampone è una cazzata”.

MANCANZA DI RISPETTO - Ora, questa “cazzata” è ciò che faticosamente e non senza intoppi ci sta permettendo di tentare un minimo di resistenza alla pandemia che in queste ore sta letteralmente inondando l’intera Europa lasciando intravedere scenari sempre più inquietanti sia per la salute sia per le economie dei Paesi aggrediti dal virus. Il tampone è ciò che sta offrendo l’opportunità di indagare sull’entità del dramma in corso e tracciare quelli che ancora pensano di essere sani, di intervenire senza perdere tempo su coloro che non hanno l’influenza.

PRIVILEGIATO - Ronaldo, seppure senza sintomi, è uno delle centinaia di migliaia di ammalati attualmente costretti alla quarantena. Malgrado ciò che dice è risultato positivo per la seconda volta al test sanitario e ovviamente deve rispettare quell’isolamento che per lui non è certamente una prigione ma una vacanza permanente in un posto meraviglioso. Ronaldo è fortunato. Il virus non ha fatto danni evidenti al suo super fisico da atleta quasi bionico e una volta passata la tempesta potrà tornare tranquillamente alle sue abitudini professionali e al suo stile di vita, che neppure il Covid riuscirà a modificare come sta facendo con le persone normali.

CARO CRISTIANO ... - Ronaldo non può permettersi di dire certe madornali “cazzate” perchè è esattamente ciò che ha fatto mortificando morti, malati autentici, medici, infermieri, operatori sanitari e tutti coloro che in qualche modo lottano in questa battaglia che si fa sempre più crudele. Ronaldo dunque non può e non deve giocare con le parole come sa fare con un pallone. Il suggerimento che gli diamo, una volta non più positivo e dunque libero, è quello di scendere dalla sua reggia precollinare e, prima di recarsi all’allenamento, fare una visita all’ospedale delle Molinette in un reparto di intensiva.