MESSI SHOW - Con la doppietta siglata ieri contro il Liverpool, Messi ha probabilmente messo il sigillo sul suo sesto Pallone d’Oro, con cui andrebbe a superare nuovamente Ronaldo. La sfida non è ancora terminata, tutt’altro: il gap, piuttosto evidente, è però da cercare tra i club e non tra i singoli protagonisti di questo duello senza tempo. Il Barcellona di Valverde ha dimostrato di avere tutto per conquistare il Triplete (sarebbe il terzo in un decennio per il club catalano): al Camp Nou, contro l’altra candidata alla vittoria finale, ha sofferto per oltre 45 minuti ma al contempo ha dato l'impressione di poter trovare sempre la via del gol. Anche in una ripresa quasi "allegriana" nella scelta di difendere nella propria metà campo. La squadra di Klopp probabilmente non avrebbe meritato il 3-0 finale, ma di fronte allo show di Messi nessuno può allo stesso tempo dubitare della legittimità del risultato. Perché avere uno dei due giocatori più forti al mondo non basta, se non riesci ad esaltare le sue qualità: il Barcellona, da Guardiola a Luis Enrique fino ad arrivare a Valverde, ci è riuscito. La Juve no.
JUVE NON ALL'ALTEZZA - Si spiega così il fallimento in Champions di Cristiano Ronaldo, che pure ha fatto di tutto per caricarsi sulle spalle una squadra a tratti indifendibile. La mancanza di idee aveva già pagato a Madrid contro l’Atlético, prima che il portoghese (e un piano-partita diverso) ribaltasse tutto nella gara di ritorno: la stessa mancanza di idee si è rivelata fatale nel doppio confronto con l’Ajax, in cui CR7 è comunque riuscito a siglare due gol, due lampi nel deserto. Il paradosso è che Messi, contro il Liverpool, non ha giocato la miglior partita della carriera: eppure il Barcellona, per l’ennesima volta, ha dimostrato di essere all’altezza di un simile campione e di un simile trofeo. La Juve di Allegri, che ha in rosa l’unico fenomeno in grado di sopportare il paragone con la Pulga, può forse dire lo stesso?