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La frustrazione è aumentata insieme ai decibel. E' che nelle ultime partite, Cristiano, tende a urlarsi di tutto con il fine supremo di spronarsi. Alle volte ci riesce, in altre si perde nella teatralità dei gesti, delle emozioni, dei sentimenti contrastanti che ha imparato a cancellare solo con i gol. Con tanti gol. Con infiniti gol. Come fosse paracetamolo per il tempo che passa, utile soprattutto ad allontanare certe domande e ad abbassare l'asticella delle possibilità. Insomma, quando non segna è una tragedia greca. Si piange e si ride, c'è il solito complesso e pure con la vittoria morale al novantesimo, il fuoriclasse protagonista mantiene quel velo di tristezza, egocentrismo dei più grandi. 

I NUMERI - Ronaldo, che pure viaggia a quota 20 gol in 22 presenze, non è sazio, né soddisfatto. Sembra passata un'eternità dal suo ultimo gol e invece sono trascorsi appena dieci giorni: scherzo del calendario compresso, ma pure della bulimia di protagonismo a cui ha abituato il suo pubblico e in particolare se stesso. Del resto, come si giudica una partita di CR7 senza gol a referto? E' un elemento talmente scontato, una presenza così impattante, che quando non c'è fa un rumore sordo. Come solo le assenze sanno fare. In campionato manca all'appello da tre partite (l'ultimo è arrivato infatti in Supercoppa) e in questa stagione non era mai capitato che trascorresse 270 minuti lontano dal suo grido di battaglia: ecco perché fa così male. 

DIPENDENZA - La Juve, però, tralasciando il tracollo fisico ed emozionale di San Siro contro l'Inter, ha imparato a organizzarsi da sé. A servirsi con altri strumenti e a toccare uomini e palloni in direzioni diverse. La crescita di Chiesa, oggi sull'out di Cristiano, sembra quasi la soddisfazione di una necessità: quella di svezzarsi. Di andare altrove per colpire altrove. Morata e la sua profondità hanno un ruolo cruciale, Federico e i suoi inserimenti ne hanno un altro. Arthur ha l'equilibrio del centrocampo, Bentancur le sfuriate, McKennie le soluzioni sulla trequarti. E Ronaldo? Paradossale: senza gol, deve capire ancora il suo ruolo. Oggi ha inventato una nuova versione di sé: da trequartista, ha avviato le reti bianconere. E' stato bello, ma d'una bellezza differente. Condivisa e non assolutamente egoista, almeno per una volta. Ricordate quando decise di non voler fare il centravanti per Maurizio Sarri? Per Andrea Pirlo ha arretrato il raggio d'azione e si è messo a disposizione totale dei compagni. Il 'siuu' tornerà perché è parte fondamentale di questa squadra. Intanto, la Juve ha attenuato una dipendenza e trovato un nuovo affare nel momento più delicato: il trasformismo di Cristiano. Ancora di più, pure senza le marcature, l'uomo in grado di cambiare le carte di questa squadra.