commenta
Cristiano Ronaldo, quando smetterà di giocare, verrà certamente ricordato come uno tra i più importanti campioni che abbiano mai indossato anche la maglia della Juventus. Per lui uno spazio nella “sala dei famosi” dell’Allianz Stadium è garantito. Un privilegio, dovuto, in virtù delle cose che ha saputo fare e che realizzerà ancora, almeno per una stagione, per la delizia del popolo juventino e per i profitti non solo sportivi accumulati dalla società torinese. Esiste, però, un aspetto legato alla sua storia di fuoriclasse che francamente lascia perplessi e che un tantino disturba. Un’inezia, forse, ma anche un indizio che rivela il lato meno simpatico dello stesso Ronaldo.

Ieri, nel corso della partita contro la Roma, CR7 è stato sorpreso in un atteggiamento che non ha fatto onore alla sua statura di campionissimo. La frase con la quale il portoghese ha apostrofato il giovane Florenzi (“Tu sei troppo basso per poter parlare”) offre la misura di quanto in lui sia pericolosamente alto il grado di presunzione e, conseguentemente, di poco rispetto nei confronti dell’avversario. Un atteggiamento, seppure soltanto verbale, che non rende onore all’uomo Ronaldo e neppure al professionista. La reazione successiva del giocatore romanista nel corso del post-gara è stata molto chiara: “Il fatto che lui sia Pallone d’oro non dovrebbe dargli il diritto di offendere le persone”. Impossibile dare torto a Florenzi.

Ronaldo ha commesso un peccato certamente veniale e soprattutto non violento che però, sotto il profilo dell’etica anche sportiva, va a incidere negativamente sulla sua immagine popolare di “cavaliere puro e duro” rendendolo umanamente meno simpatico e quindi più borioso. Una questione che compete il suo carattere e la sua filosofia di vita e che non intacca minimamente le sue eccezionali qualità di genio del pallone. Del resto lo stesso culto quasi maniacale che Ronaldo possiede rispetto alla sua fisicità statuaria è sintomo di un narcisismo che fatalmente lo porta a sentirsi un semidio nel mondo degli umani.

E’ il lato di Ronaldo, questo, che ci piace di meno e che gli fa perdere qualche punto in quanto a umanità e sensibilità. La Storia, quella con la iniziale maiuscola e non soltanto quella sportiva, è ottima maestra nell’insegnare che gli autentici grandi personaggi veramente degni dell’immortalità del ricordo sono stati e saranno sempre coloro i quali per la costruzione delle loro opere hanno saputo coniugare in maniera pratica e non con le semplici parole il temine umiltà. Una qualità, a dire il vero, sempre più rara in questo mondo di supereroi veri o presunti ma indispensabile per meritare alla fine un posto di prestigio nella ”hall of fame” della vita.