9
I trentuno milioni annui di Ronaldo rischiano di diventare i quarantanove della Lega. A ogni errore, a ogni vizio, a ogni forma apparentemente lontana dalla natura di fuoriclasse, c'è chi gli chiede di rendere un pezzo contante di speranze, di ambizioni, oggi solo frammenti di mere illusioni. Cristiano rischia d'aver giocato la penultima partita allo Stadium della sua vita nel peggiore dei modi. E allo stesso tempo d'aver invalidato una stagione da oltre trenta gol e da capocannoniere non plus ultra: neanche il suo scatto sembra abbastanza veloce per rincorrere il treno Champions, nemmeno i suoi numeri sanno nascondere la pochezza della Juventus. L'ombra però non gliel'ha creata solo la squadra: contro il Milan si è visto il solito alter ego saturo di idee e di guizzi, impotente nella distruzione del proprio impero. Mentre tutto bruciava, lui era intento a scuotere la testa e a stare attento a quante telecamere inquadrassero il personalissimo dramma. 

UN ANNO DI TUTTO - Dramma che è all'ennesimo episodio e non di certo una prima visione. Con Cristiano co-protagonista (alla fine, gli occhi infuriati se li prende Pirlo) di un giallo dal ritmo incalzante, che parte con la sparizione della Juventus vincente e vede anche Ronaldo tra i principali indiziati per l'addio a una grande era. Grande prima di CR7, enorme con il primo Ronaldo, finita con questa versione vagabonda, errante, fredda e distaccata del portoghese. Che sembra correre per contratto e non per passione. Che calcia in porta al minuto 68 per la prima volta: lui, il giocatore di Serie A che fa più tentativi verso lo specchio avversario. Alle volte, i dati non sono poi così freddi. 

VUOTO COSMICO - Era venuto con ambizioni da 'barillete cosmico' maradoniano e se ne va da vuoto cosmico, Ronaldo, con tanto di buonanotte alle ambizioni di grandezza. Questa Juventus non sarà mai il suo Real Madrid. Lui, Ronaldo, non sarà mai quello dei tempi andati. E non per la legge per la quale gli anni che volano via poi non li acchiappi più: semplicemente - o più concretamente - la Juve non ha mai trovato il modo di esaltare Ronaldo senza aggrapparsi solamente e costantemente a lui. Questo ha portato Cristiano a vivere come un peso le difficoltà della sua squadra, la squadra a vivere con leggerezza da scaricabarile le partite con Cristiano in campo. E quando non c'era, panico totale. Un vuoto, ecco. Comunque una mancanza e di sicuro un'occasione enorme persa senz'appello. Senza Champions, Ronaldo prenderà bagagli e gli ultimi botti di carriera: li sparerà altrove e chissà dove. Di sicuro, il feeling è svanito, il buio attorno alla Continassa ha inghiottito pure e soprattutto Cristiano Ronaldo. L'uomo della Champions, finito senza Champions.