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La Juve lo ha preso per questo. “Forse”, aggiunge lui. Ma quel forse è da spazzare via, dubbi a riguardo non ce ne sono. La Juve ha preso Cristiano Ronaldo proprio per questo. Al massimo anche per questo. Perché c'è tutto quello che il campo non dice nell'affiancare il marchio CR7 a quello della Juve. Ma guardando al pallone e al rettangolo verde, Ronaldo è stato preso per una notte come questa: tre gol, Atletico Madrid ribaltato, obiettivo Champions più vivo che mai. Anzi, l'Atletico Madrid non è l'unica squadra ad essere stata ribaltata. Perché forse è la Juve ad essere stata trasformata dall'avvento di Ronaldo. Quello che è riuscito a fare Max Allegri è un capolavoro che può avere ben pochi precedenti e non solo nella storia juventina. Ma quello che è riuscito a fare il fuoriclasse portoghese va ben oltre le tre reti di una notte magica a Torino.

LA TRASFORMAZIONE – Serviva coraggio. Quello stesso coraggio che Ronaldo ha invocato sbracciandosi platealmente già in altre occasioni che avevano visto la Juve alle corde. A Roma con la Lazio, a Napoli, pure a Madrid. E questa volta di paura non ce n'era nemmeno un po', negli occhi di nessuno. Perché la rivoluzione di CR7 si è vista in tutti i giocatori bianconeri in questa partita, non soltanto nei gladiatori come Giorgio Chiellini o Mario Mandzukic. Ma anche e soprattutto in quei leoni che non credevi di avere in casa, da Joao Cancelo a Leonardo Spinazzola, arrivando ad un Federico Bernardeschi che più di chiunque altro è riuscito a carpire ogni piccolo segreto della quotidianità di Ronaldo. La Juve lo ha preso per questo, senza alcun “forse”. Per i tre gol, che magari sono solo una conseguenza. Per far capire a tutta la squadra che se lui ha scelto la Juve è perché ha avuto la convinzione di poter continuare a vincere solo qui, lasciando il Real all'apice della sua carriera. E nel coraggio, nella spavalderia, ci scappa anche qualche scivolone. Ma dall'Atletico all'Atletico, cambia anche il senso del brutto gesto. Il “cinque” del Wanda Metropolitano era un difendersi dagli attacchi pensando in prima persona, i “cojones” di choliana memoria sono una risposta da leader di una squadra. Gesto sbagliato, anzi sbagliatissimo se inteso come reazione ai tifosi avversari. Ma che fa capire tante cose in più.