'O IO O CUPER' - "Non c'era rapporto, l'ho detto decine di volte e l'avevo detto anche al presidente, e non ci sarebbe potuto essere. Non c'era neanche un compromesso possibile: perciò quando io e Moratti, diverso tempo dopo l'addio, ne abbiamo riparlato, ci siamo 'perdonati' senza darci colpe. In quel momento davvero forse nessuno dei due avrebbe potuto fare altro".
I CAPELLI AL MONDIALE - "La mezzaluna in testa in Giappone e Corea? Capelli osceni".
I GALACTICOS - "Trovo strano non aver mai vinto una Champions. E se le dico che non me ne frega nulla dico una bugia. Però la Champions è davvero una questione di attimi e a me con il Real scapparono sempre, come lo scudetto con l'Inter. Non so neanche dire perché, me lo sono chiesto un sacco di volte: forse quando la giocavo non riuscivo a essere davvero io nei momenti decisivi, il contrario di quello che mi successe nel 2002 in Corea e Giappone. Però ho ricordi speciali anche della Champions: Old Trafford tutto in piedi per applaudirmi dopo tre gol contro lo United è uno di quei brividi per cui mi dicevo che valeva la pena fare quel mestiere".
SU CAPELLO - "Del nostro rapporto al Real si è parlato anche troppo: l'unica sua frase che mi piace conservare nella memoria è 'Ronaldo è il più forte che io abbia mai allenato'. Tutto il resto magari sarà vero, ma è secondario".
IL MILAN - "Sembra comodo dirlo dopo, ma è solo e soltanto la verità: io volevo tornare all'Inter. Di più: ho fatto di tutto per tornare all'Inter. Ho aspettato tutto il tempo possibile per dare all'Inter il tempo di dirmi sì o no: quando non arriva né un sì né un no, vuol dire che è no. Per il Milan era sì e io in quel momento, più che traditore, mi sentivo un po' tradito per essere stato rifiutato: era una scelta impopolare, ma nella mia vita non ho mai avuto paura di farne. E oggi per me non ha nessun senso chiedermi se lo rifarei. Se l'ho fatto è perché in quello momento sentivo era la cosa da fare: né giusta né sbagliata, ce l'avevo in testa e c'era un perché. Berlusconi e soprattutto Galliani mi volevano bene, molto: il rapporto con loro è un ricordo che mi fa sorridere ancora oggi. Il legame si è interrotto ma la stima è rimasta".
SULLA SERIE A - "Ho fiducia in Zhang e in questa gestione. E da tifoso interista ho il sogno di tutti i tifosi: massimo rispetto per la Juve, che in Italia è un esempio di come si gestisce un club e si costruisce un ciclo, ma è ora che questa dittatura finisca. E tocca all'Inter, non vedo altra possibilità".