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La Juventus ha un solo giocatore fondamentale, ricorda spesso Maurizio Sarri, quando parla del suo gruppo. E quel perno centrale, non può che essere Cristiano Ronaldo, retorico persino ricordarlo. Così, sulle spalle del campione portoghese ricadono sia le croci che le delizie, specialmente in serate come quella di ieri in cui, a qualche guizzo degno del suo talento, ha lasciato intravedere tracce di nervosismo, forse eccessivo. Tornare a Madrid per affrontare l'Atletico, per chi è stato di casa nella sponda blanca della città per tanto tempo, non è certo la più semplice delle trasferte, ma da Ronaldo ci si deve aspettare di più, specialmente per quanto riguarda qualche atteggiamento che, quando manca la vittoria, passa inevitabilmente sotto i riflettori.

COMPAGNI - La giocata a tempo ormai scaduto che ha fatto sobbalzare il Wanda Metropolitano è lo spot migliore della serata di Ronaldo. Una serpentina vertiginosa, che ha fatto vedere di cosa sia capace il lusitano quando si carica la squadra sulle spalle. Piace meno però, per quante ragioni possa avere, quando sbraccia e sbuffa verso i compagni: lo "scarica barile" talvolta è un gioco che non regge, perché la forza di Ronaldo dovrebbe superare anche i limiti dei compagni in certi momenti della gara. Le prime avvisaglie, si sono intraviste nel primo tempo, con CR7 che ha a più riprese mostrato una certa indolenza: il bersaglio preferito è stato Danilo, reo di non supportare adeguatamente la manovra. Nel secondo tempo, ancora Danilo si è reso causa delle ire del "7", per un eccesso di egoismo che -. giustamente - poteva essere evitato. 

TIFOSI - Così, la partita di Ronaldo è passata senza eccessivi squilli, giocando in tandem con Higuain (talvolta in forma smagliante, come dimostra l'assist a Cuadrado). Certo, il portoghese ha contribuito al gol di Matuidi e per poco non ha messo k.o. l'Atletico, ma la sensazione che giocasse contro più di un avversario è stata alquanto palpabile. Su tutti, il Wanda Metropolitano non lo ha certo messo a proprio agio, fischiandolo dal primo minuto: così, Cristiano l'ha presa di petto, quasi sul personale. Sbagliando, indubbiamente. Perché gli sbeffeggiamenti che hanno fatto seguito al secondo vantaggio bianconero (memore dei gesti dello scorso anno), alla fine si sono ritorte contro. Ronaldo non è uno che si perde, nei momenti di difficoltà emerge, ed infatti si è' vista la giusta cattiveria nel finale: peccato che sia scaturita dai presupposti errati, quasi personali. Questo però, è CR7, è il giocatore planetario che deve convivere ogni istante soprattutto con se stesso. Qui, c'è ancora da migliorare.