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E' una legge non scritta di quest'intero decennio calcistico: vuoi o non vuoi, vicini o lontani, alla fine diventa sempre una partita tra Messi e Ronaldo. Su chi segna di più, su chi decide di più, su chi lavora meglio il pallone e su chi sa sentenziare. Prima Cristiano è imbattibile, poi il mancino di Leo è inarrivabile. Alla fine, dipende dal momento. Senza valutare l'aspetto più bello di tutti: sono entrambi devastanti, e tutti siamo fortunati a goderci giocate, genialate, improvvisate di questi incredibili talenti. 

SPOT MANCATO - Anche per questo, a mangiarsi mani e unghie è arrivata soprattutto l'Uefa: quella tra Ronaldo e Messi, per come si era messa la calendarizzazione della Champions, sarebbe stata la finale perfetta. Non solo una rivincita di Berlino e del 2015, ma la grande chance di ribaltare i ruoli e di dare forse una risposta definitiva: chi avrebbe vinto, avrebbe preso lo scettro di migliore al mondo. Probabilmente per sempre, date le carte d'identità. Tant'è: è andata com'è andata. Ma anche quest'oggi, che il derby di Torino decide solo per i granata, alla fine si trova un modo di vivere con cardiopalma la sfida: c'è Cristiano che vuole la classifica marcatori, che vuole rispondere a Messi. Ancora a lui. Sempre a lui. Perché non c'è grandezza senza sfida, non c'è campione senza avversario. In bocca al lupo a tutti. E grazie, soprattutto.