commenta
Ronaldo conta più della Juve. Se qualcuno aveva dubbi, Sarri li ha spazzati via quasi con candore: “E’ una società multinazionale, ha centinaia di milioni di follower, far coincidere i suoi interessi con quelli della squadra è difficilissimo”. Non ci siamo stupiti per queste sue frasi, semmai ci ha sorpreso la pervicacia con la quale qualcuno ha negato e nega l’evidenza. Si è provato in tutti i modi a far passare Cristiano come un calciatore uguale agli altri: non un privilegiato, non un’azienda viaggiante il cui valore economico viene prima delle necessità tecniche della squadra. Ma non è così. Non può esserlo.

Ronaldo condiziona tutto ciò che gli sta attorno con la sua sola presenza, e lo condiziona in misura determinante. Juve compresa. La domanda è: ne vale la pena? Valutando i risultati sportivi della squadra bianconera, certamente no: lo scudetto lo vinceva anche senza Cristiano e anzi con lui lo ha perso dopo 9 titoli di fila; in Champions da quando è arrivato il portoghese non è mai andata oltre i quarti mentre in precedenza era arrivata due volte in finale. Agnelli tre anni fa ha fatto bene a tentare di compiere l’ultimo salto di qualità prendendo un numero uno, ma all’atto pratico quell’ultimo gradino la Juve non lo ha salito. E difficilmente ce la farà adesso che Ronaldo corre verso i 37 anni. Se ci riuscirà, non sarà grazie a lui.

Allegri ha verificato di persona, prima di Sarri, quanto sia ingombrante Ronaldo. Non a caso ha consigliato all’amico Agnelli di toglierselo di torno. L’operazione per ora non è riuscita e chissà se qualcosa cambierà nelle prossime settimane. Difficile. Max però continua a sperare: senza la multinazionale CR7, far rinascere la Juve sarebbe più semplice.

@steagresti