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Cristiano Ronaldo è uno di quei campioni - sono ovviamente rarissimi - che da solo ha numeri perfino superiori rispetto a una grande società Quando il portoghese è arrivato alla Juve, ad esempio, molti hanno notato che ha una quantità di follower maggiore rispetto al club bianconero, e non è un particolare da poco: da quelli dipendono anche i guadagni, o almeno una parte di questi.

Oggi che la Juve e Ronaldo stanno per giocare una sfida fondamentale in Champions contro il Porto, l’occhio non può non cadere sul palmares in questa competizione: il club bianconero l’ha vinta due volte nella sua lunghissima storia, Cristiano cinque volte (una con lo United e quattro con il Real). L’auspicio di tutti gli juventini era che questo connubio con CR7 cambiasse il rapporto tra la loro società e la vecchia Coppa dei Campioni, vissuta a Torino più come un incubo che come un traguardo, tra finali perse e delusioni atroci. Finora invece è accaduto l’esatto contrario: non è stato Ronaldo a trascinare la Juve al trionfo, ma i bianconeri a allontanare il loro campione da quel trofeo. E’ successo due anni fa nei quarti con l’Ajax, dopo la straordinaria rimonta con l’Atletico; è andata perfino peggio nella scorsa stagione, quando l’eliminazione è arrivata a opera del Lione già negli ottavi.

Tutti noi ci auguriamo naturalmente che stasera la storia non si ripeta, e che la Juve vada oltre il Porto e continui a inseguire il sogno della Champions. Già, ma cosa succederebbe nella testa di Ronaldo (il miglior marcatore nella storia della competizione con 135 gol) se i bianconeri dovessero andare di nuovo fuori contro un avversario abbordabile? Tutto tornerebbe in discussione, forse anche la permanenza di Cristiano a Torino. E questo nonostante un contratto che scade solo nel 2022.

@steagresti