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La cessione in prestito di Cristian Romero al Genoa, apre interessanti scenari di analisi che non si possono limitare al semplice "giocava già lì, conosce l'ambiente". Certo, aver respirato l'aria genovese negli ultimi dodici mesi ha agevolato sicuramente la scelta, ma ci sono alcuni dettagli tattici da tenere in considerazione. Primo su tutti, Aurelio Andreazzoli. Il tecnico toscano, arrivato a sostituire Prandelli sulla panchina rossoblù, se riuscirà a contenere il rapporto con il vulcanico presidente Preziosi, potrebbe indirizzare Romero verso un ragionamento tattico difensivo non tanto diverso da come lo interpreta Maurizio Sarri. L'anno a Genova, quindi, potrebbe rivelarsi decisivo per affinare al meglio il potenziale del centrale classe '98. C'è un però che va comunque tenuto in considerazione. 

ALTRO MODULO - Però Andreazzoli gioca a tre. Giusta osservazione. Lo scorso anno con l'Empoli, l'allenatore di Massa ha giocato prevalentemente con il 3-5-2 e, qualora decidesse di riproporlo anche al Genoa - piazza storicamente affezionata a questo tipo di difesa - potrebbe essere controproducente per Romero. Nì, perché se che l'abitudine è sempre dura da cancellare, bisognerà anche capire l'atteggiamento, molto più importante del modulo, che il Genoa adotterà per la prossima stagione. In tal caso, se Andreazzoli dovesse restare fedele ai suoi principi, anche con la difesa a 3, Romero potrebbe trovarsi spesso e volentieri a dover alzare la linea e, nel caso sia uno dei due braccetti, non avrebbe movimenti tanto diversi da un centrale di un qualsiasi modulo a 4. Con la garanzia di una copertura o di un anticipo in più, certo.

NUOVO ROMERO - All'apice della sua avventura all'Empoli, nella magnifica stagione di B culminata con la promozione diretta, fu proprio il passaggio al 4-3-1-2 a risultare decisivo. Con una gestione del pallone più fluida, Andreazzoli poté permettersi di giocare in maniera più sarriana, o, semplicemente, più spregiudicata. In questo caso. i centrali avevano, piuttosto che compiti differenti, rischi maggiori. Dialogando con il mediano, anziché con un altro centrale, i due difensori si trovano così costretti a cavarsela da soli in caso di ripartenze. Il centrocampista non gioca sull'anticipo, quanto sul coprire la palla il prima possibile, così, ai due dietro spetta il compito, dopo la marcatura preventiva, di scappare indietro con venti metri di campo in più da dover coprire, rispetto alla difesa a tre. Su questi piccoli dettagli, si costruiscono carriere - vedi Rugani, guarda caso con Sarri - ma soprattutto si formano calciatori che, visto il potenziale di Romero, potrebbero farsi trovare pronti per quando sarà il momento giusto. Il momento della Juventus.