PROMOSSI
RUGANI - Autoritario, mai in difficoltà, sempre attento su tutti i tipi di avversario: non lo fanno vacillare né i centimetri di Dzeko, né i giochi di gambe di Perotti, né gli spunto di Defrel. Positiva anche la concentrazione, che non manca davvero mai. E considerando che è calio d'estate, è un dato da sottolineare con ulteriore evidenza.
MARCHISIO - È tornato. Lo si è detto in tutte le salse, lui lo conferma ancora. Sbaglia poco, ma quando sbaglia recuper sempre con la solita grinta mista a qualità. Elegante, intelligente, fa le due fasi con una naturalezza commovente. Quando esce, al netto dei tanti cambi, si sente la sua mancanza.
ALEX SANDRO - Probabilmente il migliore. Altro che cessione, uno così non si trova più. Non lo salta nessuno e non lo ferma nessuno. L'assist per Manduzkic, poi, è un capolavoro da trequartista: azione lenta, lui decide di cambiare ritmo e verticalizza come se avesse i segnali luminosi. Tutto facile. Solo un gioco di prestigio, ma ancora nessuno ha capito come abbia fatto passare quel pallone per Marchisio al 25'.
DE SCIGLIO - L'uomo su cui c'erano più dubbi, disputa un primo tempo di grande serenità. Ancora non si prende rischi, ma sceglie sempre la giocata semplice e non sbaglia. Attento in difesa, sempre di supporto a cuadrado in avanti. I margini di miglioramento sono davvero ampi.
BOCCIATI
BENATIA - La nota stonata di un primo tempo in cui la Juve si fa apprezzare è lui. Troppo distratto, si fa sfuggire Dzeko in avvio e in generale non trasmette grande sicurezza ai compagni di reparto. Ci si aspetta di più da lui.
HIGUAIN - Bene i movimenti, che dimostrano come l'intesa con i compagni sia davvero preziosa, ma ha le polveri bagnate e si divora un paio di occasioni non da lui. È estate e tutto è concesso, ma se avesse avuto la fame che lo contraddistingue la Juve l'avrebbe chiusa nel primo tempo.
BARZAGLI - Campanello d'allarme. Ok la condizione fisica, ma tanta distazione e tanti errori da lui non si sono mai visti. Allegri è chiamato a riflettere.