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Oggi Gabriele Gravina, presidente Figc, presenta la bozza per cambiare format, ma una decisione è ancora lontana. Sì, perché la strada verso la riforma del calcio italiano si apre con il presidente che in Consiglio federale presenterà la bozza del suo progetto volto alla sostenibilità e stabilità del sistema. Un punto di partenza per affrontare la crisi, con l’obiettivo è portare al calcio più risorse. Il primo step è la riforma del format, con la Serie A a 18 squadre. Si passerebbe da tre a due retrocessioni/promozioni. Una bozza su cui lavorare da subito per arrivare a renderla operativa a partire dalla stagione 2024/2025. Pochi i consensi fino a qui, "con i presidenti - scrive la Gazzetta - che la scorsa settimana in Assemblea di Lega hanno ascoltato il report della Deloitte sui possibili scenari con il campionato a 18, ma la maggioranza delle società è rimasta molto scettica, e tanti presidenti convinti che la riduzione del numero di squadre comporterebbe inevitabilmente un taglio dei ricavi". La Figc non ha comunque intenzione di forzare la cosa. 

Il presidente Gravina ha in mente una rivoluzione che ha uno sguardo molto più ampio. Come si legge: "Al momento il progetto è quello di avere due sole Leghe: una di Serie A a 18 con 2 retrocessioni, un’altra con la Serie B (o B1) e una Serie C Elite (o B2), la prima a 18 squadre con due promozioni e due retrocessioni, la seconda a 18 squadre con due promozioni e tre retrocessioni. Quindi una Serie C diciamo classica, con 36 squadre divise in due gironi. In pratica si scenderebbe dagli attuali 100 club tra A, B e C, a 90". 

Il nuovo campionato, si diceva, non piace alla maggioranza dei club, perché con due società in meno si perde il 15-20% dei ricavi. E così crea enormi perplessità nella maggioranza dei club. Molti presidenti sono convinti che con meno partite arrivino anche meno soldi: dalla biglietteria, la riduzione è stata valutata tra il 2 e il 10%, alle sponsorizzazioni, stimato in un -15-20% dei ricavi, per arrivare alla questione diritti tv, al momento entrata principale, in cui il calo dei ricavi è previsto tra il 15 e il 20%, a causa della riduzione della quantità di match e di un minor interesse nella lotta salvezza. Tanti, troppi rischi e dubbi, ad oggi.