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Accolto come il salvatore della patria, ha avuto bisogno di un finale col brivido per poter raggiungere l'obiettivo con cui era arrivato sulla panchina dell'Argentina: portare l'albiceleste al Mondiale. E Jorge Sampaoli ha cambiato e stravolto quanto fatto da Bauza e Martino ancora prima, rivoluzionando di volta in volta l'organico di un'Argentina che alla fine si è aggrappata ancora una volta a quel fenomeno che risponde al nome di Lionel Messi.

INTRECCI  JUVE - Due le decisioni clamorose tra le tante che lo legano anche al mondo Juve: quella di escludere Higuain, quella di panchinare Dybala. Almeno per ora. Eppure, il vero motivo che lega il suo cammino a quello della Juve è un altro. Che risale ormai alla scorsa primavera, quando sottotraccia anche a lui aveva pensato la dirigenza bianconera per quello che poteva essere il dopo Allegri prima che venisse sancito il rinnovo con l'attuale tecnico.

 

IL RETROSCENA – Come noto, già a gennaio le strade di Juve e Allegri sembravano pronte a separarsi. Poi il dietrofront di fine marzo, figlio di un Allegri senza alternative all'altezza e di una Juve distante da quei profili di altissimo livello ritenuti giusti, con l'inizio di una trattativa il cui esito è comunque rimasto in bilico fino al dopo Cardiff. Nel mezzo tanti contatti: Simeone, Guardiola, Spalletti. E non solo. Nel casting è stato coinvolto anche Jorge Sampaoli, profilo ritenuto giusto dopo che il test in un club come il Siviglia aveva convinto tutti in casa Juve che fosse adatto anche fuori da un contesto di Nazionale dopo gli straordinari risultati ottenuti con il Cile. Ma così come fatto col Barcellona, anche alla Juve è stato rifilato un gentile quanto netto rifiuto con quella proposta arrivata dall'AFA che non poteva essere scartata andando a coronare il sogno di una vita per Sampaoli. Uno stop alle trattative incassato senza troppi problemi, considerando come l'attuale ct dell'Argentina fosse già in quel momento solo un'alternativa ad Allegri, tornato strada facendo prima scelta della Juve.